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Sandro Iacometti: rivoluzione sulle cartelle esattoriali

di Sandro Iacometti martedì 12 marzo 2024

3' di lettura

Qualche buontempone oggi proverà a raccontarvi che il governo vuole varare l’ennesimo condono. La realtà è che l’esecutivo, seguendo i suggerimenti degli organismi internazionali e le soluzioni che il capo della Riscossione Ernesto Maria Ruffini continua ad invocare invano da quando governava il centrosinistra (era sempre lui al comando), ha deciso per la prima volta da decenni di prendere di petto una delle principali grane del nostro sistema fiscale: i 1.200 miliardi di cartelle esattoriali non riscosse (e non più riscuotibili nel 92% dei casi) che ingolfano e paralizzano l’attività degli uffici. Un magazzino stratosferico accumulato dal 2000 ad oggi che nessuno finora è stato in grado di aggredire. Il tentativo messo in atto dal governo con l’ennesimo (il decimo) decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale, che procede spedita come un treno, è l’unico possibile: fare come le aziende, che dopo un certo numero di anni sono costrette prima a svalutare e poi a inserire nel bilancio come perdite i crediti inesigibili, le cosiddette sofferenze. Il termine fissato dal decreto, a partire dal 2025, è di 5 anni.

Trascorso tale periodo ci sarà il discarico automatico (lo stralcio) delle cartelle non riscosse. In alcuni casi, fallimento, liquidazione giudiziale o l’assenza di beni suscettibili di poter essere aggrediti, è previsto anche il discarico anticipato, che non impedirà però all’ente creditore di continuare a provare la riscossione coattiva fino al termine della prescrizione.

Accanto a questo, il provvedimento prevede anche che le cartelle dovranno essere notificate al creditore entro 9 mesi dall'affidamento del carico e arriva anche la possibilità di raggruppare i crediti per codice fiscale con l'effetto di avere ad esempio in un’unica cartella tasse e multe.
Il tutto sempre nell’ottica di snellire, con una riscossione più «veloce ed efficiente» la montagna di arretrati. Le cui dimensioni sviluppate nel tempo, però, rischiano di avere contraccolpi anche sulle amministrazioni centrali e locali. Per questo il dlgs prevede l’istituzione di una commissione ad hoc che analizzerà la situazione delle pendenze più vecchie e proporrà al Mef «le possibili soluzioni per conseguire il discarico di tutto o parte» del magazzino.

FISCO AMICO
Se da una parte si prende atto che alcune somme non possono più essere riscosse e vanno cancellate, dall’altra si prova a mettere il contribuente in grado di saldare il debito anche in assenza delle risorse necessario. Questo, che rientra nella rivoluzione del fisco amico e del recupero di un rapporto di collaborazione tra erario e cittadini, è l’obiettivo delle misure che prevedono una maxi rateizzazione delle cartelle esattoriali per chi è in difficoltà oggettive con i pagamenti. Si passerà dalle 72 rate mensili attuali ad un massimo di 120 (su un orizzonte quindi di 10 anni). Oltre i 120mila euro di debito, il contribuente che documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà avrà subito la possibilità di dilazionare il pagamento in massimo 120 rate mensili.

Sotto quella soglia invece è previsto l’aumento progressivo delle rate ogni biennio: per chi “documenta” la situazione di difficoltà è previsto un minimo di rate crescente (che aumenta ogni due anni, da 85 a 97 a 109) e un massimo sempre di 120 rate; mentre per il contribuente che semplicemente “dichiara” di trovarsi in situazione di difficoltà l'aumento parte da 84 rate mensili nel 2025-26 aumentando progressivamente fino ad un massimo di 108 rate nel 2029. Sarà il Mef a valutare- monitorando gli effetti delle nuove norme sui conti pubblici- se concedere le 120 rate dal 2031. Si completa intanto l'iter del decreto legislativo sul riordino dei giochi. Arriva il rinnovo della gara del Lotto, con una base d'asta che passa da 700 milioni a a 1 miliardo, ma si mette anche fine all'utilizzo dei contanti per i giochi online. L'obiettivo è «razionalizzare e aggiornare il sistema dei giochi pubblici a distanza, aumentando il valore delle concessioni da assegnare portandole ai corretti livelli di mercato».

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