Caro Andrea, cari maschi, capisco che per voi non è facile. Avanzate come funamboli in bilico tra ciò che siete e ciò che noi fidanzate, mogli e mamme dei vostri figli vorremmo che foste. Dovete stare attenti a quello che dite e a come lo dite. Dovete misurare parole e pensieri perché il confine tra corteggiamento insistente e stalking è molto più labile di un tempo e fortunatamente la sensibilità verso la discriminazione sessuale è diventata altissima (con derive ridicole come l’accusa di sessismo perfino per gli innocui nanetti di Biancaneve). E poi ci siamo noi che vi vogliamo virili e casalinghi, forti e sensibili, giocosi e virtuosi...
Premesso quindi che riconosco quant’è difficile essere maschio oggi, mi chiedo se la tua incapacità nello svolgere mansioni domestiche non sia un alibi per arrenderti e dire: cara, ci ho provato. Una trincea per difenderti dal bombardamento di doveri. Metti a posto la coscienza davanti allo spietato tribunale della moglie e puoi tornare a indossare i panni del maschio alfa. È vero che per un certo femminismo contemporaneo il maschio è diventato sinonimo di maschilismo e di patriarcato, l’origine di ogni male della società, ma forse è arrivato il momento di discutere anche di una questione maschile. Da oltre cinquant’anni si parla della crisi del maschio, da quando la vostra vita, per secoli costruita solo sulla superiorità fisica ed economica, si è complicata con la trasformazione delle donne da angeli del focolare in streghe.
Slacciati grembiuli da cucina e accorciate le gonne, le nostre mamme e nonne sono scese in piazza e hanno dimostrato che l’indicibile poteva essere detto. Per esempio che il vostro fallo è fallibile. Per la prima volta vi siete sentiti vulnerabili e giudicabili, poi con il divorzio le donne hanno cominciato a liberarsi di mariti-padroni e di matrimoni insoddisfacenti. Grazie alle sacrosante lotte delle prime femministe abbiamo chiesto e ottenuto diritti. Dobbiamo fare ancora molta strada, soprattutto sul piano del divario salariale e su quello degli aiuti per meglio conciliare lavoro e famiglia, ma la questione femminile è un tema sempre attuale. Ne parliamo – magari anche in modo scorretto - e ci interroghiamo sul nostro ruolo nella società.
In questi cinquant’anni in cui il modello del maschio alfa è stato smantellato, voi che cosa avete fatto? Noi nel frattempo ci siamo adeguate non senza fatica e sensi di colpa - a una società che ci ha chiesto di essere donne ma anche tanto altro. Io, come molte, ho imparato a fare cose che non sono propriamente da femmina. Ripariamo rubinetti, appendiamo quadri, cambiamo pneumatici, guidiamo tir, pilotiamo aerei, lavoriamo instancabilmente in fabbrica e nei Cda, una donna è perfino diventata presidente del Consiglio. Intanto allattiamo, cresciamo figli, cuciniamo, facciamo bucati, laviamo piatti... E pensa, a volte ci capita anche di fare più di una cosa allo stesso tempo. È un bene?
Ti confesso che in certi momenti di sconforto penso che per noi donne sia stata anche un po’ una fregatura perché lo stipendio è diviso per due e la fatica moltiplicata per due. La spartizione dei compiti non sempre è equa e ci sono ancora uomini che a differenza di te e di tantissimi altri che almeno ci provano, ritengono ancora che il loro ruolo si esaurisca nell’andare a lavorare e portare i soldi a casa e pazienza se anche la compagna o la moglie sgobba tutto il giorno. Si potrebbe discutere delle conseguenze sociali della femminilizzazione del maschio e della mascolinizzazione delle donne, ma qui il punto non è questo. Tu dici che non vorresti un uomo che cerca di fare cose da donna ma non ci riesce. Io, invece, lo vorrei proprio così. Un uomo che non si sente meno virile perché sbaglia a fare il bucato. Che usa in casa, davanti a compiti che storicamente non gli appartengono, la stessa grinta che sfodera sul lavoro. Un uomo che divide con me non solo il piacere, ma anche la fatica fisica di crescere dei figli e mandare avanti una casa. Suvvia Andrea, ce la puoi, ce la potete fare.
p.s. Un consiglio a tua moglie e a tutte le mogli: se un maschio sbaglia a fare il bucato o la spesa, non rimproveratelo. Potrebbe usare il vostro malcontento come scusa per non fare più nulla. Guardatelo errare in silenzio e con un po’ di tenerezza. Col tempo si farà.