Susanna Ceccardi ad appena 28 anni è stata il primo sindaco della Lega eletto in Toscana. A Bruxelles in questi anni era l’unica rappresentare del centrodestra della sua regione. Oggi si ricandida per portare avanti le sue battaglie e quelle della Lega, «partito nel quale milito fin da ragazza».
Onorevole Ceccardi, perché secondo lei questa Unione europea è da cambiare?
«Glielo spiego con i dati di uno studio pubblicato dal Financial Times. Dice che nel 2008 l’economia europea era superiore a quella statunitense. Oggi quella Usa vale il 30% in più di quella europea. Questo vuol dire che in tutti questi anni abbiamo perso competitività, opportunità e ricchezza. Ecco perché avere “più Europa” non funziona. Anzi, ormai si è capito che è una ricetta suicida e non solo per l’Italia».
È per questo che ha scelto come slogan della sua campagna “In Europa padroni a casa nostra?
«È uno slogan che richiama la scritta che c’è sul pratone di Pontida e che rimanda alla difesa della sovranità italiana in Europa».
A proposito di sovranità, la sua campagna è molto identitaria...
«Io mi sento una candidata identitaria. Qui nel centro Italia, sono forse l’unica».
Uno dei suoi temi forti è la denuncia dell’islamizzazione dell’Europa. Una battaglia che le ha procurato diversi grattacapi...
«Ho subito minacce, insulti, atti intimidatori (i manifesti appesi a testa in giù, ndr), ma se pensano di spaventarmi si sbagliano di grosso. Il tema dell’islamizzazione è centrale e preoccupante. Avevano ragione Oriana Fallaci e Michel Houellebecq: l’incubo dell’invasione si sta materializzando. E tutto questo sta avvenendo con la complicità della sinistra, che finge di non vedere quello che sta succedendo».
Ci sono state grandi polemiche per un suo manifesto dove si vede una donna col volto coperto. Se l’aspettava?
«C’era anche uno slogan: “In Europa hai gli stessi diritti di tuo marito”. La sinistra e le comunità islamiche mi hanno attaccata ferocemente. Mi hanno detto che era un messaggio discriminatorio. Ma scusate, cosa c’è di più discriminatorio del trattamento che l’islam riserva alle donne?».
Onorevole Ceccardi, secondo lei esiste un problema di identità dell’Europa?
«Esiste da quando l’Europa si è trasformata in Unione europea: si tratta di due entità molto diverse e questo va spiegato. L’Europa per secoli è stata il faro della civiltà. La crisi è iniziata quando la Ue ha messo in discussioni le radici su cui quella civiltà si fondava. Ecco, se noi vogliamo riportare il nostro continente al centro della scena mondiale dobbiamo ripartire dalle sue radici».
Accanto alla questione identitaria ce ne è anche una economica. Come vede il futuro?
«Le due questioni sono legate a doppio filo. In questi anni, purtroppo, la sinistra che era al governo della Ue ha badato più a fare gli affari della Cina e ha penalizzato l’economia italiana e di altri Paesi membri».
A cosa si riferisce?
«Penso soprattutto alle case green e all’auto elettrica, ma anche ai tassi d’interesse alle stelle.
Su questo ho avuto una discussione molto dura con la Lagarde, durante la quale le ho rinfacciato il fatto che per aiutare la Germania ha messo in difficoltà le famiglie italiane».
Ceccardi lei gira il collegio in lungo e in largo e non solo in campagna elettorale. Cosa le chiede la gente? Di cosa è preoccupata?
«A darti il polso della situazione sono soprattutto i mercati dei paesi. La gente mi ferma si dice preoccupata per l’esborso che dovrà fare per mettere a norma le case. E poi è stufa di questo politicamente corretto che l’Europa ci sta imponendo. Per non parlare dei già citati tassi d’interesse».