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Zaccardi: Via libera al decreto Omnibus: niente tasse sugli extraprofitti

di Michele Zaccardi giovedì 8 agosto 2024

4' di lettura

Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto Omnibus. Nell’ultimo vertice prima della pausa estiva, il governo approva una serie di misure che vanno dal raddoppio della flat tax per i ricchi che si trasferiscono in Italia al fisco degli enti locali, passando per il contributo per gli sfollati delle Vele di Scampia. Resta fuori dal provvedimento il riordino delle concessioni demaniali, un tema spinoso, vista la procedura di infrazione della Commissione Ue sui balneari. A presentare le misure sono stati, nella conferenza stampa al termine del cdm, i ministri competenti per le misure varate: il titolare del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, e il suo vice, Maurizio Leo, il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Anna Maria Bernini (Università e Ricerca). Ma il governo ieri ha anche nominato il nuovo ragioniere generale dello Stato: si tratta di Daria Perrotta, che andrà a sostituire Biagio Mazzotta, diretto verso la presidenza di Finantieri. «Il provvedimento contiene misure di carattere fiscale e di finanza pubblica, in particolare quella che ha fatto molto rumore è il raddoppio della cosiddetta flat tax per i miliardari che trasferiscono il domicilio fiscale in Italia» ha spiegato Giorgetti, ricordando di aver anche «introdotto delle misure di chiarimento sul versamento delle imposte a favore degli enti locali e il trasferimento in legge dell’applicazione della spending review per le Regioni».


Ma la conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sulla manovra e sulle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi su un’imposta sugli extra-profitti macinati dalle banche negli ultimi due anni, in seguito al rialzo dei tassi varato dalla Bce. Ipotesi, quest’ultima, che Giorgetti ha relegato a semplice speculazione. «Non ci saranno tassazioni sugli extra-profitti, ma le tassazioni sui profitti sì» ha spiegato il ministro dell’Economia. «Le banche» ha aggiunto, «saranno chiamate, come tutti i cittadini, a contribuire alla finanza pubblica. Penso non ci sia nulla di strano».
 

IL NODO MANOVRA
Sul fronte della manvora, Giorgetti ha ricordato che è ancora presto per fare affidamento sul buon andamento del gettito fiscale, che nei primi sei mesi dell’anno è aumentato di 10 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2023. «È una bella storia anche quella del tesoretto perla manovra» da 20 miliardi ha affermato il ministro, predicando prudenza. Perché, ha spiegato, «aspettiamo quando finiranno tutte le autoliquidazioni, ci sono delle scadenze che sono state prorogate e quindi poi tireremo le somme.

Dopodiché, come ci insegnano le Olimpiadi, non è che uno che arriva a 100 metri dal traguardo dice: ho vinto». Per questo l’invito di Giorgetti è quello di «valutare l’andamento delle entrate rispetto alle previsioni» elaborate dal Mef. Stime che, sebbene siano «contestate da tutte le parti, puntualmente tendono a verificarsi e questo vuol dire che le facciamo in modo serio e responsabile».
 

IMPOSTA SUI PAPERONI
Tornando ai contenuti del decreto, la misura che ha fatto più notizia è quella che prevede l’aumento da 100 a 200mila euro della flat tax per i “paperoni” che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia. La tassazione forfettaria dei redditi realizzati fuori dal nostro Paese dalle persone fisiche venne introdotta nel 2017 dal governo Renzi al fine di attrarre capitali dall’estero. È stato Giorgetti a snocciolare i numeri sul numero di adesioni all’imposta sostitutiva. «Sono 1.186 i soggetti che hanno aderito alla cosiddetta “flat tax miliardari”» ha spiegato, ma «quanto abbiano reinvestito in Italia è molto difficile valutare». «La decisione di fare questo adeguamento, che comunque rimane interessante» ha aggiunto, «va nel senso di quanto ho detto in sede internazionale: noi siamo contrari a inaugurare una stagione di gara e competizione per situazioni di favore fiscale a persone e imprese, perché Paesi come l’Italia sono destinati a perdere».

NUOVE RISORSE
Nel decreto Omnibus trova poi spazio anche un incremento dei fondi per il turismo. Il Cdm ha infatti approvato lo stanziamento di 13 milioni di euro a sostegno del turismo invernale per i comuni della dorsale appenninica, quelli più colpiti dal calo delle presenze per la riduzione delle nevicate. È stato poi aumentata la dotazione delle risorse destinate alla Zes unica del Mezzogiorno. Gli investimenti realizzati nella Zona economica speciale tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024 potranno beneficiare di crediti di imposta per 1,6 miliardi di euro, oltre agli 1,8 già stanziati. Si tratta di uno stanziamento di cinque volte superiore a quello previsto negli anni dal 2016 al 2020 (pari a 617 milioni di euro annui). Il decreto Omnibus aumenta anche la dotazione del Fondo per le emergenze nazionali di 150 milioni di euro per il 2024. Si mettono poi a disposizione delle attività di ricerca 50 milioni di euro del Fondo per il finanziamento ordinario delle Università statali. Il decreto stanzia inoltre 3 milioni di euro per il Comune di Napoli da destinare a contributi per l’autonoma sistemazione delle famiglie residenti nel complesso “Le Vele” e colpite dal crollo del 22 luglio scorso.

Come detto, dal decreto è rimasto fuori l’intervento sulle concessioni balneari. Secondo fonti di governo, il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali a uso turistico-ricreativo sarà esaminato in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri. Il rinvio è dettato anche dalla necessità di proseguire le interlocuzioni con Bruxelles, che ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, in modo da arrivare a stabilire un quadro giuridico certo per operatori e amministrazioni locali. ««C’è un confronto sul parere motivato della Commissione europea che va avanti, con le sue complessità» ha spiegato il ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto.

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