CATEGORIE

Lucia Esposito: La normalità del male nella banalità della vita

di Lucia Esposito mercoledì 4 settembre 2024

4' di lettura

Le ultime cronache nere dell’umanità aprono uno squarcio spaventoso nelle nostre esistenze, ci mostrano un abisso da cui vorremo fuggire, metterci al sicuro, scacciare via le ombre e illuderci che a noi non potrebbe mai succedere. E invece con questa voragine dobbiamo fare i conti tutti, la vertigine dello smarrimento ci obbliga a non girare la testa altrove e a guardare in faccia l’orrore.La banalità del Male che Hannah Arendt aveva visto sul volto impassibile di Adolf Eichmann, nel suo eseguire gli ordini di Hitler come mero anello di una catena e senza piena consapevolezza della mostruosità, è diventata anche normalità. La normalità del Male.

Il Male non è solo banale, non ha solo la faccia grigia di un impiegato annoiato che si limita a uccidere milioni di ebrei con la burocratica indifferenza di chi protocolla un atto, ma diventa qualcosa che non ha nulla di eccezionale. Normale come passeggiare e ammazzare una donna, normale come uccidere la propria famiglia con un coltello preso dal cassetto della cucina. Prima il fratello, poi la mamma, infine il papà. Normale come chiamare la polizia e dire: «Ho ucciso mio padre perché aveva ammazzato mia mamma e mio fratello». E poi confessare il baratro in cui è finito, dare voce a quel Male che ha trasformato il bravo ragazzo in un killer spietato.

L’APPARENTE FELICITÀ
Le cronache ci dicono che l’orrore si mimetizza dentro l’apparente felicità e resta in agguato come una bestia in attesa di addentare la preda. Il Male abita nelle nostre case, chiuso nelle stanze colorate dei ragazzi, nascosto dietro i silenzi insondabili dei nostri adolescenti, ha il sapore indecifrabile dei loro mugugni, il passo annoiato dei loro pomeriggi e il rumore delle notifiche dei cellulari. Il Male era stipato ben bene nell’animo di un bravo ragazzo di diciassette anni che dopo la festa di compleanno del papà, i baci, gli abbracci, le foto ricordo e i regali accompagnati dai biglietti d’auguri, è esploso con una violenza e una ferocia che ci schianta. E ci mette spalle al muro. Come genitori, come figli, come uomini e donne. Il Male che cresce in quello spazio vuoto tra la vita che sogniamo e quella che viviamo. L’incapacità di reggere la frustrazione del fallimento, di dare un nome alle emozioni, la voglia di agguantare un desiderio qui e subito, senza la fatica del sacrificio.

LE DOMANDE
Come è possibile, ci chiediamo? Come è possibile che l’aberrazione tracimi così spietata dentro la villetta di una famiglia dove tutto sembrava perfetto? Come è possibile che nessuno si sia accorto che Riccardo, che la mamma chiamava «Il mio piccolo Einstein», si sentiva un corpo estraneo, un alieno che desiderava essere altrove? Perché non ha trovato le parole per dirlo, i gesti per manifestare il suo disagio? Il Male invisibile, il Male indicibile.
La storia della povera Sharon Verzeni ci racconta invece che il Male arriva a sorpresa, di spalle. È un’ombra silenziosa che avanza sulla tua strada in bicicletta. Sharon camminava sotto un cielo d’estate pieno di stelle e sognava l’abito da sposa quando Moussa Sangare, 31 anni, che quella sera era uscito per uccidere qualcuno, l’ha ammazzata con quattro coltellate chiedendole anche scusa.

Lo ha detto chiaramente che voleva fare del male. Desiderava il Male. Non l’ha uccisa perché l’amava e neanche perché la odiava, non nutriva rabbia né rancore. Non era geloso né vendicativo. Nessun sentimento né risentimento. Nulla. L’ha uccisa per niente. C’era Sharon sui suoi passi, ma potevamo esserci noi, i nostri figli, i nostri genitori, un amico. Sharon siamo tutti noi. Come i genitori e il fratellino di Riccardo. Potenziali vittime di questo Male che religioni, scienza e filosofia hanno cercato di spiegare, tentando di avvicinarsi alla radice del lato oscuro che annienta la ragione, cancella la morale e trasforma l’uomo in mostro. Siamo vittime, dicevamo.

LA FRAGILITÀ
Ma la storia di Paderno Dugnano nel mostrare le foto in barca a vela della famiglia felice, ci dice che basta un soffio di vento e tutti possiamo diventare carnefici. Il labile confine tra Bene e Male ci disorienta perché svela la nostra fragilità. La natura umana è cattiva? E se esiste un Dio perché permette che un ragazzino di dodici anni venga ucciso nel suo letto dal fratello maggiore diventato improvvisamente Caino? Perché riserva a un padre e a una madre l’orrore di vedersi ammazzare dal proprio figlio? Perché permette che una donna incontri un uomo che era uscito di casa con lo scopo di uccidere come si esce per andare a bere una birra? Per spiegare il Male si è studiata la biologia del cervello, si è fatto ricorso ai principi morali, ci si è appellati all’ordine del cosmo e aggrappati alla religione. Ma siamo ancora qua, disorientati, a cercare risposte nuove mentre vorremmo pensare ad altro, scacciare il Male dalle nostre case, dalle stanze dei nostri figli e dai nostri cuori. Siamo qua, come cantava il grande Franco Battiato, «a cercare l’alba dentro l’imbrunire» e, smarriti, inseguiamo la Luce che rischiara le nostre oscurità. 

Furia omicida Paderno Dugnano, il ragazzo che ha sterminato la sua famiglia? Cosa hanno trovato sul suo comodino

L'incontro Paderno Dugnano, l'incontro tra il killer e i nonni: cosa è successo a porte chiuse

La strage del 17enne Paderno Dugnano, un uomo sale sull'altare e interrompe i funerali: "Io ho la soluzione"

tag
paderno dugnano

Ti potrebbero interessare

Paderno Dugnano, il ragazzo che ha sterminato la sua famiglia? Cosa hanno trovato sul suo comodino

Paderno Dugnano, l'incontro tra il killer e i nonni: cosa è successo a porte chiuse

Paderno Dugnano, un uomo sale sull'altare e interrompe i funerali: "Io ho la soluzione"

Gagliole come Paderno: il figlio di 23 anni accoltella padre e madre poi tenta il suicidio

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi

De Leo, Salvini dopo la telefonata con Vance: "Frizioni? Siamo su scherzi a parte"

La telefonata con J. D. Vance e la contrarietà rispetto alle ipotesi di riarmo. Il vicepresidente del Consiglio M...
Pietro De Leo