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Ocone: Il sogno dell'Emilia rossa fa acqua. E i dem giocano a scaricabarile

di Corrado Ocone lunedì 21 ottobre 2024

3' di lettura

Piove a dirotto, governo ladro. Verrebbe voglia di dire così, scherzando, se di mezzo non ci fosse un morto, una quantità di sfollati, migliaia di persone senza luce, i trasporti in tilt in buona parte della regione. L’Emilia Romagna e il suo capoluogo, Bologna, sono di nuovo in ginocchio per una ondata di maltempo che ha colpito tutta Italia ma che qui ha generato uno scenario apocalittico con esondazioni, allagamenti, frane e smottamenti estremi. Ad accusare il governo nazionale è ancora una volta, in maniera più o meno esplicita, la sinistra, la quale da queste parti domina incontrastata e governa da quasi ottanta anni. Dimentica che in queste materie sono appunto gli enti locali a dover rispondere della gestione del territorio, su cui il governo nazionale non ha quasi responsabilità.

Tanta veemenza, così come la totale incuranza del senso del ridicolo, si spiegano con un motivo molto semplice: la retorica di sinistra ha sempre esaltato l’Emilia Romagna come modello di “buona amministrazione”, come esempio di efficienza e di governo vicino ai cittadini. Un modello da contrapporre a quello vigente in altre regioni e che avrebbe dovuto essere da esse assunto ed imitato. Un castello di carte che, alle prime piene di acqua, cioè alla prova della realtà, si è mostrato inconsistente ed è stato miseramente stravolto.

INCAPACITÀ
Cosa meglio allora, soprattutto a un mese dalle elezioni regionali, che mettere in campo la vecchia tecnica dello scaricabarile, del fuggire dalle proprie responsabilità facendo una seria autocritica sulla propria gestione del territorio, sull’incapacità di affrontare in tanti decenni il problema del dissesto idrogeologico che attanaglia la regione? Più radicalmente, quello a cui abbiamo assistito anche in questi ultimi mesi è stata l’incapacità di spendere i fondi messi a disposizione dal governo, additandone la responsabilità ad un commissario come il generale Figliuolo il cui ruolo (fra l’altro già sperimentato in altre occasioni) era solo quello di coordinamento.

IDEOLOGIA
Inutile dire che in quest’opera di deresponsabilizzazione un aiuto insperato è venuto alla sinistra dall’ideologia, in particolare dal mito (uso il termine in senso avalutativo) del “cambiamento climatico”. Quasi che quel “cambiamento” fosse una persona fisica e ce l’avesse in modo particolare con emiliani e romagnoli, colpendo in modo selettivo una regione più di altre. In ogni caso addossare a un’entità non facilmente definibile e controversa, letteralmente fuori controllo, la deficienza in quella normale attività di pulizia dei tombini, messa al sicuro degli argini dei fiumi, attenzione e selezione nei disboscamenti, che spetterebbe ad un’amministrazione, serve a spostare il discorso delle responsabilità in una dimensione astratta, quasi metafisica. Ecco, allora che Elly Schlein, che per anni ha avuto la delega all’ambiente in seno alla giunta regionale, può sentirsi del tutto affrancata dalla necessità e dal dovere di dar conto del suo operato, dare spiegazioni, fare autocritica. Ancora più paradossale, in questo scenario, suona poi l’appello lanciato ieri da Matteo Lepore all’unità e coesione istituzionale per far fronte all’emergenza e mettere in sicurezza il territorio regionale.

INVITO TARDIVO
Quello del sindaco di Bologna è sicuramente un invito da accogliere, ma non senza osservare che giunge tardivo e cela la non poca malafede e ipocrisia della sua parte politica.
Chi non ha risposto alla mano tesa dal governo, che con la Meloni ci ha messo a più riprese la faccia (il presidente del consiglio visitò un anno e mezzo fa le zone alluvionate persino con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen) ? Chi non ha collaborato con il generale Figliuolo, lasciandolo spesso solo, per semplice ripicca in quanto avrebbe voluto politicizzare, affidandolo all’ex presidente della regione, Stefano Bonaccini, quel ruolo di commissario che giustamente il governo ha affidato a un tecnico (e di che spessore!)?
«Finché non ci convinciamo che siamo tutti parte della stessa Repubblica Italiana e che abbiamo tutti responsabilità di governo, a pagarne saranno soprattutto i cittadini», ha detto Lepore. Ha ragione, ma da che pulpito viene l’ammonimento! Esso, fra l’altro, non è del tutto credibile perché giunge in tempo di bisogno e sarà plausibilmente contraddetto in tempi migliori per la sinistra. Ma tant’è! Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Forse è però veramente giunto il momento che i cittadini emiliano-romagnoli facciano due più due e voltino finalmente pagina. L’alternanza al potere, ne siamo convinti, farà bene alla stessa sinistra.

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