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Ecco la "grosse koalition"delle liste fuori di testa

L'alleanza che si merita il Paese è tra le decine di "civette": con l'Economia in mano a "Forza evasori", le Pari Opportunità ai "Bunga Bunga" e la Difesa ai "Pirati"
di Andrea Tempestini domenica 13 gennaio 2013

Alcune delle liste folli

3' di lettura

  di Marco Gorra Altro che Pdl e Pd, altro che Bersani e Monti. La grande coalizione che questo Paese si merita è quella tra Forza Evasori, Democrazia atea e le dozzine di rimanenti liste più o meno farlocche che, puntuali ogni cinque anni, calano sugli elenchi del Viminale occupandoli militarmente. Si tratta, ovviamente, di gente che il Parlamento non lo vedrà nemmeno in cartolina ed il cui unico scopo nella vita spesso è mettere le mani sulle briciole del rimborso elettorale. Ma, dato che sognare non costa niente e dato che comunque la prospettiva non sarebbe poi tanto più fosca rispetto a quella del governo Bersani-Vendola, tanto vale fare il giochino ed assemblarla davvero, la grande coalizione delle liste civetta, completa di totoministri e programmi. Mai Cencelli fu più agevole: siccome nessuno dei partiti conta un accidente, si procede col criterio una testa, un ministero. Così, candidato naturale per il dicastero dell’Economia non può che essere la lista Forza Evasori - Stato ladro, i cui sherpa stanno già studiando per la finanziaria un condono globale totale da fare impallidire le sanatoriucce di Tremonti. In questo caso, per la lista Liberi da Equitalia si profilerebbe la creazione di un sottosegretariato ai roghi delle cartelle esattoriali. In pole per la Sanità c’è il movimento No alla chiusura degli ospedali, che conta sull’appoggio della lobby degli infermieri precari e su un forte radicamento territoriale nei Comuni sotto i cinquanta abitanti. Per le poltrone di Famiglia e Pari opportunità è gara a due tra Dna con Cicciolina e Movimento Bunga Bunga. Superate le iniziali incomprensioni (si pensava fosse una lista di fan di Star Trek), ad Alleanza per la Terra toccherà il ministero dell’Ambiente, mentre per l’Agricoltura la candidatura più forte sul tavolo è senza dubbio quella di Civiltà rurale.  Allo studio poi l’ipotesi di spacchettare gli Affari di culto onde garantire adeguata rappresentanza a Democrazia atea. Il Viminale andrebbe di diritto a Io non voto (che garantisce la massima trasparenza quanto a gestione delle operazioni elettorali), mentre per gli Esteri il consenso intorno ai sudtirolesi di Die Freiheitlichen è pressoché unanime in considerazione del fatto che molto più che questionare con la Merkel il prossimo ministro degli Esteri non dovrà fare, e allora tanto vale saltare un passaggio. Scontata la creazione di un ministero per le Politiche del Mezzogiorno da affidare ad Arsura del Sud, così come l’assegnazione del dicastero allo Sport alla lista Forza Roma, cui la promessa di mandare in immediato esilio in Siberia laziali e juventini ha garantito percentuali da capogiro nei quartieri popolari della Capitale. Restano però scoperte alcune caselle chiave. A partire dalla Giustizia (sussistono divergenze circa quanto lontano e in che direzione vada buttata la chiave) e dalla Difesa, dove pure salgono le quotazioni del Partito pirata, che almeno quanto a Marina militare un qualche know how pare garantirlo. Sicura, infine, la nomina di Dimezziamo lo stipendio ai politici per l’Attuazione del programma perché va bene che il potere è scendere a compromessi, ma uno straccio di coerenza lo vorremo pure mantenere.  

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