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Il Pd svela i suoi piani:"Congelare gli stipendi"

Il responsabile economico Fassina: "Accordo con i sindacati e le imprese per bloccare le paghe dei lavoratori e attrarre investimenti". Ma le nostre retribuzioni sono tra le più basse in Europa
di Andrea Tempestini domenica 20 gennaio 2013

Pier Luigi Bersani

2' di lettura

    Bisogna arrivare all’ultima riga dell’intervista per trovare la notizia e rischiare, subito dopo averla letta, un  «coccolone». Stefano Fassina, responsabile economico del Partito democratico, sceglie il Financial Times per uscire allo scoperto. L’ex economista del Fondo monetario internazionale la butta lì: «Cercheremo un accordo tra sindacati e imprese per congelare gli stipendi in cambio di investimenti» che negli ultimi dieci anni sono stati «non sufficienti», cioè sono arrivati col contagocce. Il Pd, dunque, svela i suoi piani: "stipendi congelati per i lavoratori", lo ha lasciato intendere Fassina che invoca  un "accordo con i sindacati e le imprese per bloccare le paghe e attrarre investimenti". Peccato però che le nostre retribuzioni siano tra le più basse d'Europa.  La "patrimonialona" Ma le brutte sopreprese non finiscono qui. Il 25 e il 26 gennaio infatti, la Cgil, il più grande sindacato italiano che ha un legame a doppio filo con il Pd, presenterà al Palalottomatica di Roma il suo Piano per il Lavoro. Alcune indiscrezioni sono apparse sul Corriere della Sera in edicola lunedì 14 gennaio sotto il roboante titolo "Si può creare un milione di posti di lavoro". I tecnici di Corso Italia ci stanno lavorandop da un anno e, per raggiungere l'obiettivo propongono un mix di provvedimenti (spending review, 20 miliardi, riordino degli incentivi alle imprese, 10 miliardi, e dei fondi europei, altri 10 miliardi) ma mettono al centro un'energica riforma del sistema fiscale capace di portare nelle casse dello Stato "almeno 40 miilardi di euro l'anno" in più rispetto a oggi. I nostri stanno pensando a una "patrimonialona" sulle grandi ricchezze (ma l'Imu sulle seconde e terze case non è sufficiente) a un aumento dell'imposizione sulle transazioni finanziarie e all'introduzione sulle tasse ad hoc per chi inquina.  Leggi gli approfondimenti di Francesco De Dominicis e Tobia De Stefano su Libero di martedì 15 gennaio  

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