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Tutti i nomi del Carroccio:Bossi e Cota alla Camera,Tremonti e Calderoli al Senato

di Matteo Legnani domenica 27 gennaio 2013

3' di lettura

  di Matteo Pandini Da una parte c’è il ridimensionamento del vecchio Cerchio magico bossiano, dall’altra la promozione di alcuni esponenti del Movimento giovani padani (Mgp) e dei fedelissimi del leader lombardo Matteo Salvini. Sono alcuni degli aspetti emersi dalle candidature leghiste per le Politiche, scelte che in Veneto hanno scatenato un’autentica rivoluzione: il leader regionale Flavio Tosi ha cassato tutti i parlamentari con almeno due mandati alle spalle, facendo fare il capolista al Senato a Massimo Bitonci che pure gli aveva conteso la segreteria e che veniva indicato come cerchista. Andiamo con ordine. Nei collegi della Camera del Piemonte il governatore Roberto Cota sarà capolista. Il suo omologo a Palazzo Madama sarà invece Giulio Tremonti.   Leggi la composizione completa delle liste elettorali della Lega Nord   Situazioni più intricate nelle roccaforti di Lombardia e Veneto. Nel primo caso, per Palazzo Madama sarà Roberto Calderoli a guidare la truppa padana. Alle sue spalle Tremonti: in caso di vittoria nella regione scatterà il premio di maggioranza. Il Carroccio potrebbe quindi eleggere una dozzina di senatori: altri due bergamaschi oltre a Calderoli (Giacomo Stucchi, che dovrebbe farcela anche in caso di risultato scadente) e Nunziante Consiglio. Poi un parlamentare del Ticino (Massimo Garavaglia), la cremonese Silvana Comaroli, un solo bresciano (Raffaele Volpi), Stefano Candiani da Varese e Jonny Crosio da Sondrio. Insomma, tra le roccaforti è Brescia che rischia di essere sotto-rappresentata al Senato. Passiamo alla Camera, dove c’è l’impronta del movimento giovanile. Nel Lombardia 1 che comprende Milano il capolista è Salvini. Potrebbero farcela in 4 o 5, immaginando che il premio di maggioranza (che per Montecitorio è calcolato su base nazionale e non regionale) favorirà il centrosinistra. Dietro a Salvini c’è lo storico leader dell’Mgp Paolo Grimoldi da Monza, quindi Marco Rondini (Martesana) e Alessandro Morelli, molto apprezzato dal leader lombardo. A forte rischio l’uscente Claudio D’Amico, collocato al settimo posto. Nel Lombardia 3 (che comprende Mantova e più in generale la bassa lombarda) dovrebbero farcela Giovanni Fava e Andrea Gibelli. Poche speranze per l’uscente Alberto Torazzi da Crema, confinato al quinto posto. Nel fortino Lombardia 2 (Bergamo, Brescia, Como, Varese, Sondrio) capolista sarà Umberto Bossi. Come minimo ne passeranno sei. Oltre al Senatur, Giancarlo Giorgetti (Varese), Stefano Borghesi (Brescia, legato all’Mgp), Cristian Invernizzi (Bergamo), Davide Caparini (Brescia) e Nicola Molteni (Como). Probabile anche l’elezione di Eugenio Zoffili (comasco e leader dell’Mgp in Lombardia), difficile ma non impossibile quella di Matteo Luigi Bianchi da Varese, al numero 8.  Dicevamo che in Veneto è soffiato il vento del rinnovamento: fuori i capigruppo uscenti di Camera e Senato Gianpaolo Dozzo e Federico Bricolo. Niente da fare per la bossiana Paola Goisis e per Stefano Stefani. Fuori l’ex triumvira Manuela Dal Lago. Alessandro Montagnoli, vicecapogruppo uscente alla Camera e cerchista, è confinato in una posizione lontana dai posti blindati. I capilista saranno Matteo Bragantini in Veneto 1 (che comprende Verona, Vicenza, Padova e Rovigo) e Marco Marcolin nel Veneto 2 (Treviso, Venezia e Belluno). Tra trombati e gente che si era già chiamata fuori, la futura pattuglia padana non avrà Roberto Castelli, Marco Reguzzoni, Carolina Lussana, Giacomo Chiappori, Armando Valli, Marco Desiderati, Laura Molteni, Giovanni Torri, Pierguido Vanalli (sindaco di Pontida). A loro si aggiungono gli ex: Rosi Mauro, Lorenzo Bodega, Angelo Alessandri. I mal di pancia abbondano. Torri paragona i maroniani «a una banda bassotti». Lussana parla di candidature maschiliste e senza rinnovamento: «Tanti giovani under 35 professionisti della politica, sicuramente aveva fatto meglio la Lega del celodurismo bossiano».        

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