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Ue, Rehn contro Berlusconi: "Non ha rispettato gli impegni e ha soffocato la Italia"

Il commissario, grande alleato di Merkel e Monti, stanga il Cav. Il Pdl: "Inaccettabile intrusione". Brunetta: "Ecco come andò"

Giulio Bucchi
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  Nella guerra elettorale Mario Monti forse ha mandato in azione l'artiglieria pesante. Il commissario Ue all'Economia Olli Rehn, grand sodale del leader del Centrino, ha avuto parole durissime per Silvio Berlusconi. In un'audizione all'Europarlamento, Rehn ha ricordato che "tra agosto e novembre 2011, il governo Berlusconi ha deciso di non rispettare più gli impegni presi in estate con l'Europa e in questo modo ha soffocato la crescita economica italiana". Ciò ha portato "alla fine del governo Berlusconi e alla formazione del governo di Mario Monti che poi è riuscito a stabilizzare la situazione in Italia". Doppietta per Rehn, naturalmente con la maglietta montiana. Un intervento a gamba tesa che ha fatto infuriare tutto il Pdl: "Chediamo una commissione d'inchiesta del parlamento europeo su queste affermazioni", ha incalzato l'allora ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. "Un intervento inaccettabile, l'ennesima intromissione esterna nella politica italiana, che rischia di incentivare populismo e sentimenti anti-europeisti", bolla così le parole di Rehn il segretario azzurro Angelino Alfano. Stizzito, ma sereno, il capogruppo alla Camera dl Pdl Fabrizio Cicchitto: "Di ciò che dice in modo fazioso il commissario Rehn in Italia non sposta neanche un voto".  Le accuse di Rehn - Nel suo intervento al Parlamento Europeo, Rehn ha parlato di Berlusconi per spiegare i rischi che si corrono nel non seguire una politica di risanamento dei conti, soprattutto nei Paesi con i conti pubblici meno in ordine. Il commissario finlandese ha affermato che quanto avvenuto in Italia "tra l'agosto e il novembre 2011" rappresenta "un esempio concreto". "Nell'estate del 2011 l'Italia aveva fatto promesse di risanamento dei conti. Inizialmente l'Italia ha rispettato gli impegni, la Banca centrale europea è intervenuta e il costo del finanziamento pubblico è sceso, ma poi il governo di Berlusconi ha deciso di non rispettare gli impegni e il risultato è stato il prosciugamento dei finanziamenti, che ha soffocato la crescita economica e ha portato alla fine del governo Berlusconi".  La ricostruzione di Brunetta - Il puntiglioso Brunetta ha risposto punto per punto alle accuse di Rehn. "Il 7 Giugno 2011 e il 23-24 giugno 2011 rispettivamente Commissione Europea e Consiglio Europeo approvano il Documento di Economia e Finanza presentato dal governo italiano, che contempla il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014 - ricorda in una nota l'ex ministro -. Il 6 luglio 2011 il governo Berlusconi vara una manovra da 60 miliardi di euro per realizzare gli impegni contenuti nel DEF. A causa dell'aggravarsi della crisi finanziaria e dell'esplosione degli spread il 5 agosto la Banca Centrale Europea invia al governo italiano una lettera in cui chiede l'anticipo del pareggio di bilancio di un anno rispetto alla scadenza del 2014. Il governo Berlusconi risponde positivamente con la manovra per 65 miliardi di euro e successivamente si impegna a una serie di ulteriori riforme, opportunamente calendarizzate, approvate con tempestività, lo stesso giorno, dal Consiglio europeo, realizzate per l'80% attraverso il maxi-emendamento alla Legge di Stabilità 2012 approvato l'11 novembre 2011 e valutate positivamente nel rapporto dello stesso commissario Olli Rehn sull'Italia del 29 novembre 2011. Questi sono i fatti".        

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