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Totonomine, non cambia nulla: Napolitano al Colle e Monti premier

Pronto il piano B per uscire dal groviglio elettorale e non rischiare di andare subito alle elezioni
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 3 marzo 2013

Mario Monti e Giorgio Napolitano

2' di lettura

Ci teniamo Giorgio Napolitano al Colle e Mario Monti di nuovo al Palazzo Chigi, oppure il ritorno alle urne. Sarebbero questi gli scenari che si vanno delineando in queste ore visto l'immensa difficoltà di Pier Luigi Bersani di formare un nuovo governo. Un "piano B" per uscire da un groviglio inestrigabile  che forse in qualche modo riuscirebbe a mettere d'accordo tutti i protagonisti di questa partita a scacchi. Anche perché l'ipotesi di un governo tecnico è la più realistica di tutte, ma manca il nome: circola quello di Giuliano Amato, Fabrizio Saccomanni, attuale direttore generale di Bankitalia, mentre scendono le quotazioni di Pier Carlo Padoan, vice segretario generale dell'Ocse, che raccontano sia poco gradito al Pdl.  Il problema è che per nessuno di questi si può garantire che non affondi ancora prima di arrivare in Aula . E in questo caso a restare in carica sarebbe Monti. Un'ipotesi in qualche modo ventilata anche dagli stessi grillini. A rilanciarla è stato Claudio Messora, blogger molto seguito dal movimento e spesso ospite del sito del leader di M5S. Proprio Messora, accanto all'ipotesi che l'incarico sia dato allo stesso Grillo, propone una opzione alternativa: una legislatura 'parlamentare' per fare le riforme più urgenti, lasciando in carica proprio Monti, fino a nuove elezioni. Opzione in qualche modo avallata dallo stesso Grillo che ha rimandato, con un tweet, all'intervista del blogger.  Con Monti a Palazzo Chigi è quasi certo che Napolitano resti presidente della Repubblica. Nonostante Re Giorgio per primo si sia più volte detto indisponibile a proseguire per un altro settennato, se dovessero naufragare altre ipotesi (circolano i nomi di Giuliano Amato, Gianni Letta, Anna Maria Cancellieri, Emma Bonino, Paola Severino, Romano Prodi) potrebbe rappresentare l'unica scelta possibile per un Parlamento molto diviso. Soprattutto di fronte a scenari complessi, magari aggravati da tensioni sui mercati. Napolitano, inoltre, sarebbe intenzionato a bocciare sul nascere, l'idea di Pier Luigi Bersani di "stanare" Grillo direttamente in Parlamento: ovviamente gli darà l'incarico esplorativo per verificare la presenza di una maggioranza, ma senza rischiare un voto di fiducia in Aula. Da parte sua, Massimo D'Alema pensa di risolvere il problema concedendo a Pdl e Movimento Cinque Stelle le presidenze delle Camere e c'è già chi ipotizza la permanenza di Renato Schifani a palazzo Madama e l'arrivo della più giovane deputata italiana, la grillina Marta Grande, sullo scranno più alto di Montecitorio.

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