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Belpietro: Buoni pasto e tfr in busta pagaidee per aumentare gli stipendi

Il direttore di Libero dà due suggerimenti a Letta per dare più soldi agli italiani e abbattere il cuneo fiscale
di Lucia Esposito domenica 15 dicembre 2013

Belpietro e Letta

2' di lettura

Su Libero in edicola oggi, venerdì 13 dicembre, il direttore Maurizio Belpietro dà due consigli al governo Letta. Due consigli per realizzare quello che l'esecutivo delle larghe intese promette da mesi ma che finora non è riuscito a realizzare. Più soldi in busta paga che servirebbero a ridare fiato agli italiani (il cui stipendio medio è di 1250 euro) e rivitalizzerebbero i consumi, in forte depressione. Il problema è l'abbattimento del cuneo fiscale. "Finora il denaro per concedere qualche agevolazione sui redditi più bassi lo si è trovato introducendo nuove tasse o inventando strani marchingegni come gli anticipi dei pagamenti", scrive Belpietro. Ma ci sono strade alternative a questo "gioco delle tre carte".  Le ricette - Uno può essere quello di incentivare l'importo deducibile di tutti quei buoni che possono essere spesi dai lavoratori. Da quello per il pasto a quello per la benzina, per i libri o altri servizi. Per il dipendente si tratta di soldi che possono spendere al supermercato o dal benzinaio e le aziende "il vantaggio sarebbe evidente: sui buoni non graverebbe il carico fiscale che schiaccia le buste paga". Ma non solo. Un'altra strada è quella di "liberare" il tfr. Le liquidazioni che un tempo venivano accantonate dalle aziende nell'attesa che, il dipendente in uscita ne avesse fatto richiesta. Il governo Prodi, poi decise di togliere il Tfr alle aziende constringendole a depositare la liquidità nelle casse dell'Inps. Belpietro propone proprio questo: ridare i soldi della liquidazione ai lavoratori. C'è un rovescio della medaglia, quello di togliere all'Inps i fondi con cui tappa i buchi dell'Inpdap. Ma si chiede retoricamente il direttore: "Siamo sicuri che sia un difetto e non un pregio?"    

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