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Matteo Salvini e Armando Siri, la bomba di Maroni su Lega e governo: "Il vero problema è Giorgetti"

di Giulio Bucchi domenica 28 aprile 2019

2' di lettura

"Il vero problema è Giancarlo Giorgetti". E se lo dice Roberto Maroni, allora la Lega può tremare davvero. Secondo l'ex ministro degli Interni intervistato dalla Stampa il sottosegretario leghista Armando Siri indagato per corruzione non dovrebbe dimettersi, "perché sarebbe come far prevalere il principio di colpevolezza su quello di innocenza e alla fine ancora una volta sulla politica vincerebbe la logica delle procure". Solita storia italiana, insomma. Su cui però ora grava l'ombra del "complotto per interposta persona". Magistrati e grillini colpiscono Siri, ma l'obiettivo è un altro. "La mia convinzione è che il futuro del governo c'entra poco con questa storia: sia che Siri rimanga o si dimetta, il governo non subirà veri contraccolpi perché, con tutto il rispetto, non è che la figura di Siri sia così fondamentale. Io credo che la vera crisi potrebbe arrivare per il coinvolgimento di un'altra persona in una vicenda di cui ben pochi parlano...". Leggi anche: "L'ho incontrato solo una volta". Salvini massacrato dai 5 Stelle, come si difende Vale a dire, "il caso dell'assunzione del figlio di Francesco Arata da parte del sottosegretario Giorgetti". Guarda caso, contemporaneamente in edicola sul Corriere della Sera Luigi Di Maio tira fuori proprio questa storia: "Se Arata padre era il male assoluto perché avrebbe avuto rapporti con la mafia, almeno stando alle accuse della Procura, e il figlio era suo complice, allora l'assunzione da parte di Giorgetti del figlio del male assoluto potrebbe essere devastante". Maroni non può sapere che Di Maio, invece, ne ha parlato più o meno nelle stesse ore, mettendo così a rischio il governo. Salvini si è difeso sostenendo di aver incontrato Paolo Arata solo in un'occasione, respingendo il fuoco di fila dei 5 Stelle. "Maroni gufa un po'", risponde a Maroni lo stesso Giorgetti, a Sky Tg24. Sta "semplicemente cercando di rientrare in gioco. Non credo proprio di essere un problema per il governo. Anzi io lavoro tutti i giorni per questo governo e credo di risolverli i problemi". E su Siri, assicura il sottosegretario, "il premier Giuseppe Conte vedrà le carte e capirà". 

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