Diluvio di sondaggi, in questi giorni di manovra, col governo che stringe i ranghi, lo spread che resta alto, la Borsa ballerina e, soprattutto, l'Europa che promette tuoni e fulmini in risposta al documento di bilancio inviato lunedì scorso a Bruxelles dall'esecutivo. Perchè, dopo mesi e mesi trascorsi lievitando nelle preferenze, Lega e Movimento 5 Stelle da dieci giorni a questa parte stanno conoscendo un'inversione di tendenza. Con i partiti di opposizione che, una volta l'uno, una volta l'altro, riprendono fiato. Così è anche nella rilevazione realizzata da Tecnè e illustrata sul quotidiano di casa Berlusconi, Il Giornale. A fronte di un 60,8% degli intervistati che ha dichiarato il suo voto, mentre il restante 39,2 o si è astenuto o si è dichiarato "indeciso", Lega e M5S arretrano rispettivamente dal 32,2 al 30,4% e dal 29,2 al 28,7%, lasciando sul terreno i leghisti l'1,8% e i grillini lo 0,5%. I due partiti che formano la maggioranza, rispetto alla medesima rilevazione di quasi un mese fa (23 settembre) perdono il 2,3% raggiungendo, sommati, il 62,2%. Una maggioranza comunque schiacciante. Dietro, il Pd sale dal 16,9 al 17,5% (+0,6%), mentre Forza Italia passa dal 10,9 all'11,2% (+0,3%). Sale anche Fratelli d'Italia, secondo un trend emerso anche in altri sondaggi dei giorni scorsi: il partito di Giorgia Meloni va dal 3,3 al 3,6%. In coda, stabile Liberi e Uguali al 2,1%. Leggi anche: Sondaggio Mentana: clamoroso balzo di Giorgia Meloni, giù Lega e M5S