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Luigi Di Maio, il sussulto d'orgoglio del grillino con la multinazionale Foodora: "Non accetto ricatti"

di Gino Coala domenica 17 giugno 2018

3' di lettura

Sulla gig economy Di Maio promette "guerra al precariato" e non accetta compromessi, ma si muove su un terreno scivoloso, in equilibrio tra la ricerca di tutele per i lavoratori e il tentativo di scongiurare delocalizzazioni.  La polemica con Foodora è montata poche ore, dopo che Gianluca Cocco, amministratore delegato dell’azienda in Italia, aveva lasciato intendere, in un’intervista al Corriere della Sera, che le norme sui riders a cui sta lavorando il nuovo governo potrebbero spingere le piattaforme a lasciare il Paese. Il ministro del Lavoro non se l’è fatta andare giù: È giusto lavorare "insieme", afferma, ma mette subito in chiaro: "Non si accettano ricatti. I nostri giovani prima di tutto". Leggi anche: Minzolini definitivo, la differenza radicale tra Di Maio e Salvini Il modo più veloce per tutelare i riders è il Decreto Dignità in cantiere, primo provvedimento che Di Maio porterà in Consiglio dei Ministri. In una prima bozza, in possesso di LaPresse, i lavoratori delle piattafome saranno assimiliati a subordinati: riceveranno una ’indennità mensile di disponibilità’ proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato e comunque non inferiore ai minimi previsti dal contratto collettivo applicabile. Sarà vietato il pagamento ’a cottimò. I riders, inoltre, dovranno avere per legge il "diritto alla disconnessione": vietato l’invio di comunicazioni da parte del datore, tramite piattaforme digitali, applicazioni o in altro modo, per almeno undici ore consecutive ogni ventiquattro ore, a partire dall’ultimo turno di disponibilità completato. Pena, per il datore di lavoro, una sanzione da 250 a 1250 euro per ciascun periodo e per ciascun lavoratore. Tra le parti coinvolte nelle vertenze, Di Maio ha scelto di incontrare per primi i lavoratori. Ora si prepara al tavolo con i rappresentanti aziendali di Deliveroo, JustEat, Foodora, Dominòs Pizza e Glovo e intanto si dice "contento" che si inizi a parlare dei diritti dei riders e di tutti i "ragazzi" delle piattaforme digitali. Assicura, da ministro sia del Lavoro che dello Sviluppo Economico, di avere tutta la volontà di "favorire la crescita di nuove attività legate alla gig economy" e nessuna intenzione di "demonizzare le attività legate all’uso di piattaforme innovative". Tuttavia la priorità è "tutelare i ragazzi che lavorano in questo settore, simbolo di una generazione abbandonata dallo Stato". Una "priorità" che l’a.d. di Foodora giura di condividere: "Ascolteremo con grande interesse le sue proposte per la crescita. La tutela dei rider è la nostra priorità da sempre, insieme a quella di far crescere l’azienda. Lo abbiamo dimostrato con i fatti dal 2015, garantendo le tutele più elevate del settore", risponde. "La precarietà e l’incertezza dei giovani italiani sta disgregando la nostra società. Sta facendo impennare il consumo di psicofarmaci. E facendo calare la crescita demografica", osserva Di Maio, incassando l’appoggio incondizionato del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. "Ha il mio totale sostegno: è ora di smettere di trattare i lavoratori come numeri", dice dal palco di da Cinisello Balsamo. Alle "multinazionali in Italia a comprare le aziende italiane" Salvini arringa la folla e intima: "basta trattare i nostri lavoratori come pezze da piedi: sono vergogne che faremo di tutto per evitare".

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