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Sicilia, terremoto elettorale. Così si è sfasciata la sinistra: "Peggio del Pd? Solo loro"

di Giovanni Ruggiero domenica 12 novembre 2017

4' di lettura

Lo spoglio è iniziato solo questa mattina, pertanto oggi l' analisi del voto per eleggere il presidente e l' Assemblea Regionale Siciliana si basa sugli exit poll e non può che essere per sommi capi. Una cosa però sembra certa oltre ogni ragionevole dubbio, ed è la disfatta della sinistra, che fino a ieri governava l' isola. Era annunciata, tant' è che Renzi la scorsa settimana ha preferito volare in Usa da Obama piuttosto che farsi vedere a Palermo a tirare la volata al suo candidato, ma nessuno si aspettava dimensioni simili. Il candidato del Pd e quello di Mdp non arriverebbero al 25% neppure se mettessero insieme i loro voti. Anche unita, la sinistra sarebbe rimasta sotto al vincitore di almeno 10 punti. A Roma, i capi scaricheranno le colpe della disfatta sui cinque anni di disastrosa amministrazione di Crocetta, che Renzi ha costretto a non candidarsi, anche se a questo punto è difficile sostenere che l' ex sindaco di Gela avrebbe fatto peggio di Micari (Pd) o Fava (Mdp). Diranno che è andato tutto secondo previsioni e che l' isola a questo giro non era in alcun modo recuperabile. Ma in realtà Crocetta c' entra poco con il disastro, che è ascrivibile quasi interamente agli errori e alla miopia di una classe dirigente nazionale buona solo a litigare con se stessa e offrire spettacoli indecorosi e incomprensibili al proprio elettorato, che infatti si è voltato dall' altra parte. SFIDA A SINISTRA La sinistra è divisa in modo mostruoso e insanabile tra Pd e Mdp. Come se non bastasse, il Pd è diviso tra renziani e chi non vede l' ora di rottamare il rottamatore, che perfino all' interno del governo ormai ha più nemici che amici. Ma anche la sinistra a sinistra dei Dem è divisa tra bersaniani, dalemiani, pisapiani, boldriniani, civatiani e compagnia cantante. Ultimamente sembra che si siano aggiunti pure la Bonino e Grasso a far casino. E ovviamente, più personaggi e fazioni vengono, più i voti se ne vanno. Che cosa intendano fare tutti questi personaggi per salvare l' Italia, nessuno lo sa, probabilmente neanche loro. L' unica cosa che sembra chiara è che tutti sono accomunati dall' odio reciproco e dall' intenzione di approvare lo ius soli, che invece alla maggioranza degli italiani repelle. Sono talmente intenti a litigare tra loro, che in Sicilia, a differenza di Di Maio, Salvini, Meloni e Berlusconi, si sono quasi scordati di andare. Ma l' elettorato non si è scordato di punirli per questo. SFIDA CENTRODESTRA-M5S Per conto nostro, ci auguriamo che lo spettacolo continui perché, oltre a farci sbellicare dalle risate, avvantaggia il centrodestra. Se dovessimo scommettere, punteremmo su un acuirsi delle divisioni. Se infatti la Sicilia per Renzi è stata una sconfitta, per Bersani e compagni è stata una disfatta totale. Sognavano di raggiungere il Pd ma sono stati doppiati. Significa che il loro dimenarsi e le loro idee per l' elettorato sono irrilevanti. Questo, anziché compattare la sinistra, ne acuirà le divisioni, perché il segretario Pd si sentirà più forte rispetto ai suoi oppositori e non è uomo abituato a essere indulgente con i deboli. Quindi li provocherà, li sfiderà, li umilierà, e dividerà ancora di più la sinistra. Di tutto questo, ha goduto il centrodestra, che certo non si può dire sia unito. Berlusconi, Salvini e Meloni nello stesso giorno e nella stessa città hanno tenuto tre comizi diversi, ma almeno una foto preelettorale insieme davanti a una torta sono riusciti a sfornarla. La vittoria del loro candidato, Musumeci, se oggi verrà confermata, contribuirà a tenerli uniti almeno in apparenza fino alle Politiche, mentre in caso di sconfitta il rompete le righe sarebbe stato probabile. Il consiglio è di non fare troppo conto sul risultato di ieri, perché sul piano nazionale, a primavera, molte cose possono cambiare. La Sicilia è una regione, non è l' Italia, e a Berlusconi non conviene sopravvalutare il proprio risultato rispetto a quello dei concorrenti, ai quali ha tolto voti la lista del governatore. Meglio fare tesoro delle disavventure altrui e continuare con la recita del centrodestra unito da programmi simili e voglia di governo, che tanto piace agli elettori. Occhio poi a Cinquestelle, a cui le cose sono andate meglio del previsto. Non è vero che la Sicilia è una terra favorevole al Movimento, che, qualunque sarà il dato definitivo, avrà ottenuto un risultato più alto del dato nazionale a cui è stimato. Per i grillini una cattiva e una buona notizia. La prima è che la loro protesta non è riuscita a coinvolgere gli scettici e i disgustati dalla politica, che se ne sono rimasti a casa, probabilmente anche per le figuracce in serie che stanno rimediando gli amministratori Cinquestelle in giro per l' Italia. Quella buona è che gli elettori non credono a Renzi, e neppure a Berlusconi, quando dicono che bisogna far di tutto per scongiurare un governo grillino. Il primo round della sfida a sinistra tra M5S e Pd-Mdp se l' è aggiudicato Di Maio. Che domani da Floris aspetterà Renzi per il duello come un predatore attende il pasto. di Pietro Senaldi

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elezioni sicilia

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