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Matteo Renzi e Giorgio Napolitano, la cena in cui decisero di far fuori Letta

di Andrea Tempestini domenica 16 marzo 2014

2' di lettura

La volta buona. L'ultimo slogan di Matteo Renzi, che ora diventa anche un libro in cui viene ricostruita la staffetta tra l'ex sindaco di Firenze ed Enrico Letta a palazzo Chigi. Un libro zeppo di retroscena scritto per Editori Riuniti da Mario Lavia (vicedirettore di Europa), Angela Mauro e Alessandro De Angelis dell'Huffington Post ed Ettore Colombo, biografo di Pier Luigi Bersani. L'obiettivo delle otto mani è quello di raccontare la "vera storia" del turbolento avvicendamento alla presidenza del Consiglio. Secondo quanto viene raccontato ne La volta buona, il preambolo risale alla scorsa primavera. Basta una battuta, a Renzi: "Senti, ma perché non ce lo prendiamo il partito?". L'allora sindaco parlava con il fedelissimo Matteo Richetti. Una battuta che, in verità, nascondeva una decisione presa da tempo: Renzi aveva già chiaro in testa l'obiettivo di scalare il Nazareno. E anche il governo. C'è poi una seconda, fondamentale, tappa di avvicinamento alla staffetta: una cena a casa di Giorgio Napolitano. "Ora governo io" - Secondo quanto racconta il libro, il capo dello Stato invita Renzi a cena e lo fa all'oscuro delle segreterie del Quirinale. "Sarò padrone di invitare chi voglio a cena a casa mia", racconta l'inquilino del Colle nel libro. Ed è proprio a quella cena che le decisioni sono state prese. Renzi avrebbe spiegato: "Il Pd non ce la fa più a sostenere questo governo. Siamo tutti d'accordo. Continuando così alle Europee, noi rischiamo di essere travolti e il governo salterebbe comunque. Si rischierebbe di arrivare a posizioni radicali tipo Grillo. Sarebbe un disastro". Quindi Renzi avrebbe gettato la maschera: "Ecco, abbiamo deciso un cambio al governo, e io farei il premier". Al solito l'ex sindaco di Firenze si sarebbe espresso senza peli sulla lingua. Da par suo, Napolitano, nei fatti, avrebbe acconsentito. Il presidente della Repubblica si è limitato a un avvertimento: "State attenti a non sfasciare tutto, che non salti la maggioranza". La cena si concluse così. E così, in buona sostanza, si concluse anche il governo Letta.

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