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Gian Roberto Casaleggio: "M5S, chi sgarra deve essere cacciato"

di Andrea Tempestini domenica 20 aprile 2014

2' di lettura

Lo aveva detto, il guru Gian Roberto Casaleggio. Lo aveva detto che avrebbe parlato ai "giornalisti seri", che "ce ne sono pochi", e che lo avrebbe fatto prima delle elezioni. "Rilascerò qualche intervista". Detto, fatto. L'ideologo grillino si "confessa" al Fatto Quotidiano: ossia al suo house organ, il giornale di Padellaro e Travaglio che tifa spudoratamente per i pentastellati. Ma tant'è. Casaleggio, nell'intervista fiume, parla con gusto delle espulsioni. E spiega: "Noi abbiamo poche regole; queste regole non sono imposte a nessuno, se uno vuole le accetta e se le accetta entra nel movimento avendo come pobiettivo quello di farne parte in termini attivi, non di firmare una tessera". Soldatini sull'attenti - Dunque, se l'eletto non mantiene i patti (o meglio, non esegue gli ordini) è giusto che venga cacciato. L'uomo che vive sul pianeta Gaia spiega: "Per questo adesso, con le elezioni europee, abbiamo anche noi introdotto la regola del recall (come negli Usa, ndr): se un eletto viene sfiduciato da almeno 500 iscritti del suo territorio, comincia la procedura per l'espulsione". Uno strumento coercitivo in più, insomma. Sui dissidenti, afferma: "State dando un'importanza eccessiva a queste persone. Questi sono dei portavoce di un programma, che sono stati mandati lì dai cittadini. Punto. Non sono Charles De Gaulle". Insomma, i cittadini pentastellati non sono nulla: per essere perfetti, vien da pensare, dovrebbero auto-censurare il loro pensiero, devono essere soldatini pronti ad eseguire gli ordini. Pizzarotti al patibolo - Casaleggio ribadisce poi che "noi vogliamo il vincolo di mandato. E ora metteremo sanzioni anche economiche. Chi è eletto dentro il movimento deve rispondere all'elettore. Punto e basta". E se sgarra, Casaleggio e Beppe Grillo lo rovinano (economicamente). Quindi il guru scomunica anche Pizzarotti, il sindaco di Parma che si è permesso di criticare il guitto Beppe. Il reato è quello di lesa maestà. "Per farsi eleggere aveva detto 'chiudo l'inceneritore'. Non l'ha fatto. Punto. Così non può restare, si va a casa". Il guru, dunque, taglia la testa anche del sindaco. Volevo essere un fantasma - Infine il profeta della terza guerra mondiale torna a snocciolare le sue paranoie. Pochi giorni fa aveva parlato di dossier (traduzione: articoli giornalistici) in preparazione sul suo conto. Ora rincara: "Una cosa che mi ha pesato moltissimo è aver perso l'invisibilità, non perché volessi diventare l'uomo invisibile, ma perché non mi interessa la popolarità". Voleva essere un fantasma, ma non ce l'ha fatta. Il guru infine rivela: "Mi trovo seguito in autostrada. Succede che quando guidi con tua moglie c'è uno dietro che ti segue con un camioncino per farti le foto". "E' accaduto che intimidissero mia moglie e facessero le foto del campanello di casa".

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