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Riforme, Matteo Renzi tifa perché Silvio Berlusconi resti in gioco

di Giulio Bucchi domenica 6 aprile 2014

2' di lettura

Mezza Italia, forse di più, tifa perché Silvio Berlusconi finisca nel dimenticatoio politico. In questa Italia però non c'è Matteo Renzi, che guarda con apprensione alla data del 10 aprile, quando il Tribunale di Sorveglianza deciderà sul destino prossimo del Cavaliere e sui 9 mesi che lo attendono, tra servizi sociali e arresti domiciliari. Anche di questo il leader di Forza Italia è andato a parlare al Colle con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendo "garanzie di agibilità politica". E di sicuro il premier, da Londra dove si è svolto il faccia a faccia con il collega inglese David Cameron, quella agibilità politica al Cav la vorrebbe assicurare. Non è un caso che appena tornato in Italia, il premier abbia incontrato a Palazzo Chigi niente meno che i fedelissimi di Berlusconi, Gianni Letta e Denis Verdini: un'ora di vertice per parlare di Italicum, riforma del Senato e Titolo V. L'alleato più sicuro - E' sull'asse con Berlusconi che passano le speranze di riforme istituzionali e costituzionali del segretario del Pd. Un paradosso, ma questa è la palude (democratica) in cui si sta muovendo Renzi. Il timore di Matteo è semplice: un Berlusconi indebolito, ma "in gioco", è la sua unica sponda affidabile, anche perché l'elettorato di Forza Italia vuole quelle riforme. Ma con un Cavaliere negli spogliatoi in campo ci andranno i falchi azzurri e, soprattutto, i grillini. "Le forze populiste potrebbero prendere il sopravvento e vanificare tutto, con l'obiettivo di dimostrare che la politica non è in grado di autoriformarsi", è il commento del premier riferito da Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera. Ecco perché Renzi spera in una soluzione moderata e ragionevole dei problemi giudiziari di Berlusconi, che gli consentano di restare leader di Forza Italia a tutti gli effetti. A Silvio serve qualcuno che gli confermi legittimità politica, a Matteo qualcuno che gli confermi l'appoggio politico sulla strada delle riforme. Condizioni difficili entrambe, in ugual misura.

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