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Italicum, il voto in Camera slitta: bocciati emendamenti su preferenze e "salva-Lega"

di Giulio Bucchi domenica 9 marzo 2014

2' di lettura

Slitta nuovamente il via libera della Camera alla riforma elettorale. Anche se i tempi sono contingentati e, in tutto, restano circa 15 ore di dibattito, i lavori dell'Aula procedono a rilento, a causa dei tanti emendamenti, circa 200, e soprattutto dei diversi nodi ancora da sciogliere, sui quali manca l'accordo politico tra le forze che hanno sottoscritto il patto. E dopo i vari richiami, provenienti soprattutto dall'opposizione, affinché intervenga Giorgio Napolitano, dal Colle si spiega che "mentre sono in corso discussioni e votazioni in Parlamento sulla legge elettorale, è fuorviante chiedere al Presidente della Repubblica, in nome di presunte incostituzionalità, di pronunciarsi o intervenire sulla materia". Ma allo stesso tempo si garantisce che prima della promulgazione sarà svolto "un attento esame". Addio alle "preferenze" - Niente preferenze né alternanza di genere se si esprimono due voti di preferenza. L'Aula di Montecitorio ha bocciato l'emendamento del capogruppo del Misto, Pino Pisicchio, appoggiato anche da Sel, Lega, FdI e PI. I 5 Stelle, con Fabiana Dadone, si è detto "favorevole ad aprire almeno un dibattito" sul punto. L'emendamento prevede che si possono "esprimere fino a due voti di preferenza e, nel caso in cui vengano espressi entrambi, essi devono riguardare due candidati di sesso diverso compresi nella stessa lista, pena l'annullamento del voto di preferenza". Inizialmente il capogruppo di Sel, Gennaro Migliore, aveva chiesto il voto segreto. Richiesta poi ritirata e di nuovo rinnovata dopo che Pisicchio, in qualità di capogruppo del Misto, ha invece a sua volta chiesto che si procedesse con voto segreto. Lo scarto tra i voti a favore e quelli contrari, tuttavia, è risultato molto basso, non più di una quarantina di voti: i voti a favore sono stati 236, i voti contrari 278. Niente "Salva-Lega" - Restano ancora da sciogliere anche nodi che riguardano il patto stesso sottoscritto da Renzi e Berlusconi e che sono oggetto delle critiche dei "piccoli", tanto da indurre il relatore Sisto a chiedere l'accantonamento di diversi sub-emendamenti al fulcro centrale del patto sull'Italicum, ovvero le soglie di sbarramento, la ripartizione dei seggi e dei resti e il premio di maggioranza. Tra gli emendamenti accantonati, anche quelli sul "salva-Lega". Quanto alla tenuta dell’accordo, la maggioranza assieme a Forza Italia continua a reggere durante le votazioni, anche se i numeri continuano ad essere "ballerini".

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