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Napolitano: "Resto al Colle finchè non si faranno le riforme"

Il presidente della Repubblica parla in tv: "Io sono qui non per interessi personali. Resterò al mio posto perchè le cose possano cambiare". Poi un messaggio a Grillo e Berlusconi: "Non mi fate paura"
di Ignazio Stagno martedì 31 dicembre 2013

2' di lettura

"L'anno che è passato è stato uno dei più inquieti a livello sociale e politico. Quello che deve cominciare sarà quello della fiducia". Giorgio Napolitano esordisce così nel suo messaggio di fine anno trasmesso in tv. "L'Europa ci aspetta e si potrà uscire dalla crisi solo se siamo in grado di ripartire  con l'impegno di tutti", ha aggiunto il Presidente. Le lettere - Poi Napolitano parla di alcune lettere che gli sono arrivate da parte di alcuni cittadini. La prima che cita è quella di Vincenzo un imprenditore che ha perso tutto: "Vorrei ripartire con la mia impresa ma voglio che i sacrifici non li faccia solo io ma anche la politica". Risponde Napolitano: "In questa direzione il Parlamento avvii le riforme sulla politica e anche sulle province perchè le istituzioni siano le prime a sacrificarsi". Si evade per sopravvivere - Poi cita un'altra lettera di un impiegato statale che gli chiede: "Presidente io questo mese ho guadgnato talmente poco che non so se pagare le tasse o se compare ciò che serve per sfamare i miei figli". Napolitano risponde con un "mi sento vicino a questo padre". Re Giorgio a questo punto lascia parlare altre storie altre lettere che parlano di ragazzi disoccupati e di chi chiede "io ho bisogno dell'Italia, ma l'Italia ha ancora bisogno di me?".  L'agenda di Re Giorgio - Subito dopo Re Giorgio si rivolge ai partiti: "Sulle scelte del governo non posso dare il mio giudizio, ma è mio dovere ribadire che la centralità della politica è del Parlamento". A questo punto Napolitano detta il programma a Letta e al Parlamento: "C'è l'urgenza di fare le riforme. Riforme che vanno condivise da tutte le forze politiche che hanno espresso il loro impegno favorevole in questa direzione già da tempo. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale serve immediatamente una riforma. E' giusto che al tavolo delle riforme partecipino anche le opposizioni. Tutte anche quelle che esprimono una voce critica sul governo e sulla maggioranza".  La minaccia - Poi il monito: "Io ho un mandato a tempo. Starò al mio posto finchè ce ne sarà bisogno. Ho chiesto lo scorso aprile un percorso di riforme istituzionali. Lascerò quando queste riforme saranno state realizzate. Io sarò qui finchè ne avrò le forze. Ma il mio mandato è a tempo e se il percorso non sarà condiviso ne trarrò le conseguenze". "Attacchi meschini" -  Infine un messaggio anche per Forza Italia e per Grillo: "Chi mi attacca non mi fa paura. Quelli che ho ricevuto sono attacchi meschini. Io non difendo alcun interesse personale. E chi dice il contrario non dice la verità. Mi auguro che nel 2014 tutto possa cambiare e che le riforme istituzionali, condivise dalle forze politiche, possano essere realizzate".

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