Firenze, 22 feb. - (Adnkronos/Ign) - Un'alleanza con Nichi Vendola "allo stato mi sembra impossibile, del resto l'ha ripetuto Vendola, che mi sembra preoccupato da questa eventualità". A dirlo in serata è stato Mario Monti, ospite di Tribuna elettorale, per Rai Parlamento. Nel pomeriggio era stato a Firenze per le ultime battute della sua campagna elettorale. "Se volete restituire energia e speranza al Paese - ha detto -, per un nuovo Rinascimento, il voto utile è per Scelta civica. Non può esserlo a una sinistra ancora prigioniera di gabbie ideologiche del passato". Monti dice no a "un populismo distruttivo che vorrebbe approfittare della rabbia legittima degli italiani, per sfasciare tutto e chiudere la nostra grande nazione all'Europa e al mondo". "La grande sfida è populisti contro riformatori -ha aggiunto Monti- Scelta Civica è la casa dei riformatori". Il Professore ricorda poi come Firenze sia "la capitale del Rinascimento, e sono profondamente convinto che l'Italia debba rinascere sulle stesse basi del Rinascimento: cultura, talento, lavoro". Monti ha ricordato che nel 1966 era un allievo ufficiale nel capoluogo toscano, quando Firenze venne colpita dall'alluvione dell'Arno e oggi ha visitato alcuni capolavori dell'arte restaurati, dopo che erano stati danneggiati dall'alluvione. "E' nei momenti di difficoltà", ha aggiunto nel corso della sua visita privata al Museo dell'Opera di Santa Croce che custodisce anche il Crocifisso di Cimabue, "anche in occasioni di calamità naturali, che gli italiani fanno emergere energie insospettabili per ripartire e superare i momenti brutti". Monti ha ammirato il capolavoro Medioevale, dopo il restauro a distanza di 46 anni da quando lo vide l'ultima volta. Nel 1966 Monti si trovava come militare di leva a Firenze e in quell'occasione, nei giorni successivi all'alluvione, vide come era ridotto anche il Crocifisso di Cimabue. "Fa piacere vedere le persone che godono della bellezza, che quasi vanno in estasi", ha commentato Mario Primicerio, rappresentante dell'Opera di santa Croce che ha accompagnato Monti in visita al complesso della Basilica Francescana. "Il professor Monti e la signora Elsa sono rimasti ammirati dalle bellezze del Museo", ha aggiunto Primicerio che lo ha accompagnato insieme al direttore Giuseppe De Micheli e al padre francescano Antonio Di Marcantonio. Con i suoi interlocutori il presidente del consiglio ha sottolineato l'importanza del complesso di Santa Croce come "tempio delle memorie degli italiani" da far vivere non solo come museo, ma anche come simbolo dell'unità nazionale. "Le elezioni sono una svolta storica - aggiunge Monti -, perché per la prima volta nel novembre del 2011 la fortezza della politica è stata costretta ad aprire una finestra. Non riusciva più a respirare nella sua stanza e a dominare una crisi finanziaria che aveva contribuito a creare". "Hanno chiesto a noi, un pezzetto della società civile, di governare. Non si sono sentiti nemmeno di dare a me nel governo alcuni esponenti dei loro partiti. Forse perché - continua Monti - era troppo rischiosa l'operazione, perché si dovevano prendere misure che avrebbero fatto perdere voti alle elezioni di domenica". "Non vorrei - spiega Monti - che questa finestra che il mondo politico ha aperto si chiudesse e che la società civile continuasse a rimanere fuori a lagnarsi, a protestare senza cogliere l'occasione per entrare nel mondo della politica, per aiutarlo a svecchiarsi e aiutare i cittadini. Ma se perdiamo questa occasione potrebbe richiudersi questa finestra. Noi tutti avremmo perso questa occasione per fare, con le nostre energie, qualche cosa che può essere una svolta". "A chi vuole bombardare le istituzioni, dico: non ci riusciranno" ha detto Monti, riferendosi, pur senza mai citarlo, a Beppe Grillo. "Abbiamo conquistato il nostro posto in Europa -ha aggiunto Monti- e non siamo disposti allo scempio della democrazia e a consegnarci a chi non è in grado di accettare il dissenso e il dibattito democratico". "Il rischio Grecia ce l'avevamo nel novembre 2011. Siamo riusciti a sventarlo con tutta la comprensione e i sacrifici degli italiani: sarebbe terribile ricascarci - replica a chi gli chiede se tema il rischio Grillo -, spero proprio di no". "Serve un impegno straordinario contro la precarietà e per una occupazione stabile. Per questo oggi lancio la proposta di un pacchetto d'urto con alcuni punti precisi, a partire dal taglio del costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato". Monti ha illustrato tutta la serie di procedimenti per rimettere in moto il Paese, agendo anche su alcune leve fiscali, tra le quali l'eliminazione dell'Irap dal costo del lavoro. Nel suo intervento al Teatro della Pergola di Firenze, Monti ha sottolineato con soddisfazione come avere "le carte in regole" rispetto agli impegni, presi con l'Unione europea consenta oggi di ritenere possibile presto "una limitata, graduale riduzione delle imposte". E questo potrà avvenire, ha assicurato il presidente del Consiglio uscente, adottando una serie "di azioni concrete che possono rimettere in moto il Paese", scegliendo "bene le priorità". Tra queste priorità, Monti ha indicato "l'impegno straordinario per lottare contro la precarietà", con l'adozione di un "pacchetto d'urto" con quattro componenti da attivare in tempi brevi. Monti ha indicato quindi il taglio del costo del lavoro per i nuovi assunti a tempo indeterminato, la riduzione dell'Irap sul costo del lavoro, nuove forme di contratti di apprendistato e nuovi contratti a tempo indeterminato più flessibili per i nuovi assunti. Il 'pacchetto d'urto' proposto oggi da Monti, ha precisato, non va inteso come una promessa elettorale "ma come un impegno concreto che io posso prendere". "Oggi che abbiamo le carte in regola in Europa io posso andare a Bruxelles -ha osservato Monti- e chiedere che ci permettano di fare queste cose anche con un po' più di disavanzo pubblico, perché producono crescita e al tempo stesso sono da considerarsi riforme strutturali. Siccome abbiamo raggiunto un equilibrio non precario dei conti pubblici è il momento di trasformare questo in una minore precarietà". Quello che abbiamo alle spalle è un "ventennio perduto, frutto di una classe politica inamovibile". Una classe politica "che ha scoraggiato tutto il Paese, e in particolare i giovani -ha aggiunto Monti- che per età dovrebbero essere pieni di slancio e di entusiasmo". "I sacrifici rendono se non sono gettati al vento: temo molto gli scenari che si possono aprire per il Paese con il voto. I cittadini possono votare con la rabbia, ma dove vanno? -si è chiesto il premier-. Dove vanno se poi si farà un referendum per far uscire l'Italia dall'euro? Poi, ci saranno piazze in Italia come quelle che abbiamo visto in Grecia", è l'allarme lanciato dal leader di Scelta civica. Monti ha poi messo in guardia coloro che "voteranno illusi dalle promesse sulle tasse. Promesse che o non saranno mantenute, oppure, se saranno mantenute -è la previsione di Monti- allora ci sarà la dissipazione dei sacrifici in un falò, e si dovranno richiamare" figure esterne come i tecnici. Monti ha quindi osservato e dichiarato che "noi abbiamo la tranquillità che ci deriva dall'aver risollevato l'Italia dall'emergenza economica. Il cammino può essere un cammino di crescita se si continua sulla strada delle politiche intraprese". "L'italia può rinascere se mette al centro i cittadini, che nel ventennio perduto della cosiddetta Seconda Repubblica sono stati trattati come sudditi". "In Italia non c'è più niente da distruggere, c'è invece da ricostruire" conclude Monti, osservando che "è inutile votare populismi distruttivi che distruggono, ma non risolvono i problemi".