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Governo, Letta pensa al rimpasto a ottobre: Lorenzin al posto di Alfano

Il premier l'ha promesso al Pd: dopo l'estate si cambia. Napolitano chiede la riforma del Porcellum: ipotesi voto nel 2015, con Enrico candidato...
di Giulio Bucchi domenica 21 luglio 2013

2' di lettura

Governo blindato, almeno per tre mesi. Giusto il tempo di far passare la buriana giudiziaria di Silvio Berlusconi e tentare di sbrogliare i nodi, cruciali, di Imu e Iva a fine agosto. "Non ci si avventuri a staccare spine", ha tuonato dal Quirinale il presidente Giorgio Napolitano, e sicuramente ha regalato ossigeno al premier Enrico Letta, decisamente provato dall'ultima grana, il caso Ablyazov. E sicuramente respira anche il protagonista negativo dello scandalo kazako, il ministro Angelino Alfano. Incassata la fiducia obtorto collo del Partito democratico (eccetto i renziani) e la difesa d'ufficio del premier in Senato, dove si vota la mozione di sfiducia M5S-Sel ("Angelino non c'entra nulla", ha detto Letta), il capo del Viminale nonchè segretario del Pdl oggi reggerà alla mozione di sfiducia di M5S e Sel e, anche grazie all'intervento di Berlusconi, resterà al suo posto. Già, ma fino a quando? Rimpasto al Viminale - Il problema, ancora una volta, è l'atteggiamento insofferente del Pd. Che ce l'ha con Alfano, questo è chiaro, ma soprattutto con il governo delle larghe intese. Per questo Letta, che dei dem è vicesegretario, ha assicurato al segretario reggente Epifani che dopo l'estate cambierà marcia. Maria Teresa meli, sul Corriere della Sera, ricorda l'angoscia dei sondaggi in picchiata per l'esecutivo e per il premier, ormai costantemente al di sotto del gradimento del suo grande rivale Matteo Renzi. Mezzo Pd non vuole Alfano agli Interni? E allora, a ottobre, occhio al rimpasto "morbido", con la pidiellina Beatrice Lorenzin, oggi alla Salute, in pole position per sostituire il collega al Viminale. L'obiettivo di Letta - Il premier ha una missione precisa: stabilità e durata. Vuole portare il suo esecutivo a coprire il semestre di presidenza europea e ha garantito al presidente Napolitano che il liberi tutti non arriverà prima della messa a punto della riforma elettorale. Se va come spera Enrico, il voto slitterebbe addirittura al 2015. E i lettiani, scrive la Meli, già gongolano: tirare avanti, incrociare la ripresa quindi poter presentare lo stesso Letta candidato premier, alla faccia di Renzi. La partita è doppia, come le anime del Partito democratico.

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