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Letta-Bis, e la cena a casa Scalfari

Invitati eccellenti a casa di Barbapapà, grazie al gran lavoro dei nuovi senatori a vita. Obiettivo: neutralizzare il Cav
di Lucia Esposito domenica 29 settembre 2013

2' di lettura

Una cena a casa di Eugenio Scalfari per "apparecchiare" il Letta-bis. Un secondo mandato che dovrebbe vedere la luce a metà della prossima settimana grazie ai senatori "responsabili" e ai senatori a vita appositamente nominati da Napolitano. D'altronde sono molti i senatori azzurri che stanno via via prendendo le distanza da Berlusconi e a dimostrarsi disponibili a dare la fiducia a un Letta o a un Letta-bis. Un governo sostenuto da Pd-Scelta civica-autonomie con il sostengo dei quattro senatori a vita e dei dissidenti grillini, potrebbe contare su 150 voti. Dieci in meno per arrivare alla maggioranza ma centrodestra cominciano i malumori, non tutti hanno preso bene la decisione delle dimissioni di massa, non tutti sono pronti a sacrificarsi nel nome di Silvio e così il Letta-Bis non è più solo un'ipotesi.  Secondo Dagospia la possibilità di un Letta-bis si sarebbe configurata proprio a casa di Eugenio Scalfari con gli invitati eccellenti: il premier Enrico Letta, il presidente della Bce Mario Draghi e niente meno che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che avrebbe benedetto l'accordo. Secondo il sito Dagospia il Letta due ci propinerà altre tasse che saranno tutte ricondotte alla politica di Berlusconi che ha preferito "staccare la spina" al governo piuttosto che accettare la decadenza. "Se il banchiere Draghi non ha sbagliato i propri calcoli, ci aspettano un paio di settimane di turbolenza politica, ma i mercati ci risparmieranno perché Francoforte è con noi ed è pronta ad aiutare il Letta-bis sul fronte dello spread", scrive Dagospia. Segnali di allarme - Come dicevamo, i numeri ci sono tutti per un altro Letta. Ci sono già alcune prese di posizine pubbliche come quella di Paolo Naccarato di Gal che ha messo in guardia Berlusconi annunciando tradimenti insospettabili (Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi non hanno firmato le dimissioni e non hanno alcuna intenzione di farlo adesso). E poi altre ai quattro senatori grillini che hanno lasciato Beppe ci sono quelli che davanti a un governo che abbia la posibilità di riscrivere l'odiata legge elettorale potrebbero anche accettare di votare la fiducia. Ci sono poi i sette senatori Sel, con Nichi Vendola che ha parlato della necessità di "cancellare il Porcellum e avviare l'Italia verso la ripresa". 

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