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Pdl, la cena delle colombe: ecco come Quagliariello ha convinto gli azzurri

I ministri riuniti a cena nella casa romana del titolare delle riforme. Alfano per la prima volta diversamente berlusconiano: "Non ci faremo intimidire"
di Michele Chicco lunedì 30 settembre 2013

3' di lettura

Tutte le colombe riunite attorno ad un tavolo. Domenica sera, giorno del compleanno di Silvio Berlusconi, la cena più importante non è stata né ad Arcore e né Palazzo Grazioli, ma nella casa romana del ministro Gaetano Quagliariello, al quartiere Salario. "Non ci faremo intimidire" ha detto Angelino Alfano stamattina e queste poche parole sono il succo di quello che ieri sera è stato deciso. C'erano tutti i ministri dimissionari del Popolo della Libertà: la barca sulla quale navigano è la stessa e quindi è bene adottare una strategia comune. Ecco perché Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin si sono fiondate a casa del ministro: hanno bisogno di una sponda dopo la vittoria dei 'falchi' perché sanno che senza coperture il loro futuro all'interno di Forza Italia è praticamente nullo. Maurizio Lupi e Alfano sono gli unici che, insieme a Quagliariello, possono aiutarle. "E' il momento di fare un piano comune": era questo l'obiettivo ed è stato centrato.   In Parlamento - Gli azzurri del governo sono convinti che il lavoro dell'esecutivo guidato da Enrico Letta sia ottimo. Tra tante difficoltà dettate più dal clima che dalla politica, sono riusciti a spuntare alcuni successi importanti e soprattutto sono convinti di aver programmato l'agognata ripresa: ora il loro obiettivo primario è salvare il salvabile, evitare l'aumento delle tasse e restare al timone del Paese. Quindi, anche se sabato Berlusconi ha detto che si sarebbero dovuti dimettere, loro sono convinti di non dover seguire il capo. "Non è un tradimento - si autoconvincono - ma è per il bene dell'Italia". Quagliariello, che ha sempre avuto questa linea, è riuscito a convicere gli ospiti che bisogna far leva sul senso di responasbilità e non lasciarsi sedurre dai sentimenti di pancia. Quando la crisi verrà formalizzata in Parlamento, insomma, potrebbero esserci sorprese.  Equilibri al tavolo - Seduti nel salotto di casa Quagliariello, la colomba più decisa a seguire la linea del ministro delle Riforme costituzionali era la Lorenzin; poi Alfano che ieri pomeriggio, con un sussulto, aveva ritrovato il suo "quid". "Sarò diversamente berlusconiano" aveva detto e durante la cena ha provato, per la prima volta, i nuovi panni. Lupi, anche, era convintissimo perché per puntellare il suo potere in Comunione e Liberazione deve sostenere Letta, nonostante Silvio non voglia. La De Girolamo, sposata con Francesco Boccia e con le larghe instese in casa, sembrava la meno convinta, ma si è lasciata sedurre perché, in questi tempi, da soli non si riesce ad andare lontano. Tutti uniti nel nome della continuità: Quagliariello è riuscito a convincere i colleghi, adesso tutti seguiranno la stessa linea. Il piano - L'idea è quella di smarcarsi dalla linea scelta e cercare una nuova maggioranza in Senato. Le possibilità ci sono: basterebbero alcune decine di senatori per andare avanti ("venti senatori sono già pronti a votare Letta", dicono fonti Reuters) e i ministri possono contare su un nutrito numero di eletti. E' probabile, però, che la rinascente Forza Italia possa far pagare a caro prezzo quello che, per i falchi, è un tradimento. A quel punto nascerebbe un nuovo gruppo parlamentare, seguendo l'esempio della Francia gollista (vero pallino di Quagliariello): da diversamente berlusconiani, le colombe continuerebbero a portare avanti Letta, provando a costruire il partito di domani. Scelta Civica guarda con fortissimo interesse questa prospettiva perché piace e non si esclude che i montiani possano avvicinarsi, molto, proprio ad Alfano e Quagliariello.  Sceneggiatura - Loro due sono i veri registi: Alfano deve salvarsi perché dopo la vittoria della linea di Daniela Santanché rischia di tornare a fare il consigliere provinciale in Sicilia; Quagliariello, invece, è uomo di Giorgio Napolitano al governo e si sente più tecnico che politico. Vuole cambiare l'Italia e se non potesse farlo con Silvio se ne farebbe, volentieri, una ragione. Le basi per tutto questo sono state lanciate ieri sera e la scenaggiatura del film è dettagliata: le prossime ore saranno decisive. Quando Alfano incontrerà Berlusconi nel pomeriggio, prima della riunione congiunta dei gruppi parlamentari, comunicherà quello che è stato deciso nell'appartamento romano di Quagliariello. Per rendere la pillola meno amara, oggi i ministri diranno, anche, che non voteranno a favore della decandenza del Cavaliere: non vogliono passare da traditori, le loro sono solo cene "per il bene dell'Italia". Michele Chicco

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