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Come le dimissioni del Papapossono influire sul voto:i timori di Silvio e Monti

Ratzinger lascia: un fatto senza precedenti che può influenzare la campagna elettorale. Dove andranno i voti dei cattolici? Berlusconi commissiona subito un sondaggio
di Ignazio Stagno domenica 17 febbraio 2013

Berlusconi, Ratzinger e Monti

3' di lettura

Il Papa ha rassegnato le dimissioni. E fin qui siamo sul piano della fede e nelle questioni di palazzo del Vaticano. Poi, assimilata e digerita la notizia, c'è da capire un punto: Benedetto XVI che lascia il Soglio di Pietro può, seppur latentemente, influenzare il voto degli italiani alle prossime elezioni. Il dibattito è aperto. Ma chi da tempo è attento analista e protagonista della competizione elettorale sa bene che questa è una notizia epocale e che può comunque sconvolgere gli animi di parte dell'elettorato.  Report Ghisleri - La questione l'ha aperta Silvio Berlusconi. "Abbiamo già chiesto un report alla Ghisleri per valutare l’impatto sulla campagna elettorale. È un fatto senza precedenti", avrebbe rivelato ai suoi nelle stanze di Palazzo Grazioli. Il "derby cattolico" si gioca tutto sull'asse che contrappone il Cav e Monti. Di norma - seguendo insomma la logica adottata dai sondaggisti - gli elettori "fedeli" vengono classificati tra i moderati, e il loro voto risulta quindi diviso tra il "centrino" montiano a cui appartiene anche l'Udc di Casini, e il Pdl. Secondo la Ghisleri lo stato d'animo dei cattolici è di "panico". In tanti hanno perso una guida spirituale. Come voteranno i cattolici di fronte a un fatto che scuote così tanto le coscienze? E' questa la domanda che si fanno gli schieramenti moderati. I report dei sondaggisti servono anche per capire come affrontare queste ultime due settimane di campagna elettorale. Prof e Cav reazioni diverse -  In questo senso preoccupano in via Dell'Umiltà le parole del Cardinal Bagnasco di qualche giorno fa: "Gli italiani hanno bisogno di verità, la gente non si fa abbindolare da niente e da nessuno”. Un messaggio trasversale ed esplicito, di fatto una presa di posizione contro il ritorno del Cavaliere (con cui anche in passato Bagnasco non fu tenereo). Le reazioni di Monti e di Berlusconi sono state diverse. Non è mistero che il Prof abbia un filo diretto con la segreteria di Stato vaticana. Così l'immenso stupore mostrato dal Prof alla notizia delle dimissioni di Ratzinger sa tanto di una sorta di "drammatizzazione" studiata della notizia. Obiettivo di Monti,specchiarsi nel "sentiment" degli elettori più fedeli. “Sono molto scosso da questa notizia inattesa”, ha commentato Monti. Berlusconi invece ha avuto una reazione più laica: "Sono ammirato di fronte a un gesto di grande responsabilità. Il Papa, che non sente più adeguate le proprie forze fisiche, si dimette per garantire alla Chiesa universale un governo saldo e forte come il momento esige". Parole chiave -  Commozione, stupore e senso di panico sono le parole d'ordine in casa Monti. Ammirazione e responsabilità sono invece le parole chiave tra gli azzurri. Inutile negare che il mondo cattolico non era pronto ad una simile notizia. L'ultimo precedente di un Papa dimissionario risale a molti secoli fa. Una parte dei fedeli sta con Benedetto XVI e approva la sua scelta. Ma un'altra parte potrebbe non apprezzare la scelta. La questione è delicata. Gli elettori più fedeli possono essere vicini al centro, gli altri forse più vicini al centrodestra. Almeno questo è quanto ipotizzano i sondaggisti. Va anche ricordato che Ratzinger non è stato amato dai fedeli come Giovanni Paolo II o Giovanni XXIII. In un Paese come l'Italia a grandissima maggioranza cattolica una notizia del genere investe anche incosciamente le scelte politiche. Che ci piaccia o no.

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