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Quirinale, Berlusconi furioso con Prodi e Pd: "Democrazia calpestata, faremo lotta dura"

di Eliana Giusto domenica 21 aprile 2013

Silvio Berlusconi

3' di lettura

"Una scelta di rottura", "una ferita", "il contrario di ciò che serve all'Italia". La proposta di Romano Prodi come candidato al Colle avanzata da Bersani e compagni ha scatenato le dure reazioni del centrodestra. Del resto la scelta del centrosinistra di nominare per il Quirinale l'ex presidente del Consiglio, nemico numero uno di Silvio Berlusconi e di tutto il Pdl, suona come una dichiarazione di guerra. E non a caso è lo stesso Cavaliere, mentre va in scena la quarta tornata, ad annunciare: "Sarà lotta dura". Il Cav: "Sono sconcertato" - "Ce la stanno facendo brutta, queso qui è inviso a tutti", si lascia andare coi suoi Berlusconi, che si dice "sconcertato" per la candidatura di Prodi al Quirinale. "E' stato sacrificato il valore superiore della rappresentanza di tutti gli italiani nell'esclusivo interesse del Pdl". "Oggi abbiamo appreso con sconcerto che il Pd candida Romano Prodi per salvaguardare l'unità del partito: come si vede, sacrificano il valore superiore della rappresentanza di tutti gli italiani per tutelare il loro interesse di parte e di Partito. Come è tra l’altro nella tradizione del Partito Comunista italiano". "Il Pd - ha avvertito il Cav - ha quindi cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto i patti, si è dimostrato assolutamente inaffidabile e sta paralizzando il Paese da 53 giorni. Pretende di   occupare tutte le istituzioni sulla base di uno 0,3 per cento di voti in più, probabilmente recuperati grazie alla antica professionalità della sinistra in sede di scrutinio". "L'onorevole Bersani - ha ricordato Berlusconi - affermò in campagna elettorale che, se anche avesse ottenuto il 51% dei voti, si sarebbe comportato come se avesse avuto il 49%, ma non ha ottenuto il 51% e neppure il 49%, ma solo il 20%, eppure pretende di sequestrare tutte le prime cinque cariche dello Stato e di bloccare il Paese, mettendo sotto i piedi la democrazia".   Una scelta divisiva - Furente Fabrizio Cicchitto che diffonde subito una nota: "Il Pd prima ha realizzato con noi una intesa su Marini che non ha potuto o voluto onorare. E'evidente che la scelta su Prodi è di rottura". Ora, continua Cicchitto, "cercheremo una candidatura alternativa". Sulla stessa linea Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: "Quella di Prodi è una scelta che  divide. Il contrario di quello che serve all’Italia".   Occupazione militare delle istituzioni - "La scelta di Romano Prodi è una ferita per milioni di italiani, un modo di lacerare il Paese e di alimentare divisione e contrapposizione: esattamente il contrario di   ciò che una candidatura al Quirinale dovrebbe fare", aggiunge Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl. Bersani, prosegue, "chiude così la sua parabola assurda di questi 53 giorni. La sinistra, con uno 0.3% in più, pretende di sequestrare e occupare tutte le cariche istituzionali, dopo aver paralizzato il Paese per quasi due mesi. Tutto ciò è inaccettabile e gravissimo". Ma Capezzone attacca anche Matteo Renzi e i suoi, che per primi si sono detti favorevoli alla candidatura di Prodi: "Addolora constatare che anche chi, come i renziani, si era presentato in una veste di innovazione, ha scelto la via della   restaurazione, del vecchio, della vecchia cucina cattocomunista. Altro  che modernizzazione liberale o blairiana...". Voto vicino - Il Pdl intanto si prepapara ad una campagna elettorale che è sempre più vicina. Per oggi pomeriggio i giovani del Pdl hanno indetto una manifestazione davanti piazza Montecitorio per protestare contro la scelta di un presidente della Repubblica di parte come Prodi. Il centrodestra tutto, compresa la Lega, ha annunciato che non prenderà parte alla quarta votazione prevista per oggi pomeriggio. Non ha intenzione di partecipare a quella che, secondo i pidiellini, è una farsa che si concretizzerà, con Prodi al Colle, con l'occupazione miliatare di tutte le carcihe istituzionali da parte della sinistra. Insomma, il centrodestra è furioso, l'ipotesi del voto a Giugno si fa sempre più concreta. E Silvio Berlusconi è pronto da un bel po'. Prontissimo.  

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