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Aldo Moro verso la beatificazione

Il papa nomina il presidente Dc ucciso dalle Br "servo di Dio". Avviata l'inchiesta per farlo beato
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 30 settembre 2012

3' di lettura

  Il Presidente del Tribunale Diocesano di Roma ha dato il via libera all'inchiesta sulla beatificazione di Aldo Moro, dopo il nulla osta dato dal cardinale Agostino Vallini, Vicario del Papa, che ha indicato lo statista 'servo di Dio'. A rivelarlo Gero Grassi, deputato del Pd, vicepresidente della commissione affari sociali della Camera che ci tiene a sottolineare come "a distanza di 34 anni da quel tragico evento 'qualcuno' debba dire che Aldo Moro andava salvato. Credo anche che i protagonisti delle Brigate Rosse, alcuni dei quali sono diventati impropriamente "uomini di spettacolo", debbano dire tutta la verita'. Quando ho appreso la notizia ho provato un brivido e grande gioia ha pervaso i miei pensieri. Moro è un martire laico della democrazia.  Era profondamente religioso e indipendentemente dai miracoli, merita la 'beatificazione' per l'esempio che ha dato nella sua vita terrena". "Avviare il processo di beatificazione per Aldo Moro", aggiunge Grassi, "significa dare un esempio positivo da seguire, oltre che ricordare ed onorare un 'buon cristiano', che ha sacrificato la vita per difendere liberta' e giustizia sociale. Aldo Moro per assonanza nel cognome ci riporta alla mente l'esempio di San Tommaso Moro che preferì abbracciare la morte, piuttosto che rinnegare la sua Fede e piegarsi alle richieste di Enrico VIII. Aldo Moro è per tutti un martire della democrazia". Maria Fida Moro, figlia dello statista democristiano ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, sostiene di "non avere ancora notizie dirette su questa bellissima proposta ma insieme a mio figlio Luca ritengo che in piena umiltà cristiana mio padre ne fosse assolutamente degno, per il modo nel quale ha trascorso i giorni della sua vita e quelli della sua 'morte',  ovvero la prigionia nelle mani dei terroristi, essendo esempio di   mitezza, compassione e misericordia”.   “Non sarebbe una riparazione da parte della Chiesa -puntualizza la primogenita dell’ex presidente della Dc - ma un atto che avrebbe un valore in sè. Perchè mio padre è stato uno straordinario  esempio di umanità e di fede”. “Come altri prima di lui, da Dossetti a Sturzo -ricorda-   potrebbe salire all’onore degli altari perchè è stato un politico che ha lavorato sempre per il bene comune, secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II. Aveva una profonda spiritualità, e questo era   il suo tratto distintivo”, conclude Maria Fida Moro. A favore della beatificazione dello statista democristiano anche Ferdinando Imposimato, legale di Maria Fida Moro, parte offesa nel processo sulla strage di via Fani. “I brigatisti che lo hanno tenuto prigioniero, mi hanno raccontanto che Aldo Moro ha mostrato una fede irriducibile: nel 'carcere del popolo' ha letto sempre la Bibbia, anche se dietro aveva la bandiera con la Stella a 5 punte”.  “Moro ha dimostrato anche un senso di perdono -rimarca Imposimato- per coloro che lo avevavo abbandonato, comprese le alte gerarchie ecclesiastiche. Chiese e ottenne dalle Br il testo delle Sacre Scritture, e in quelle pagine si rifugiava tutti i giorni. Ha vissuto la sua prigionia con coraggio e spirito di santità estrema. Non è vero che aveva paura della morte: era solo preoccupato che con   la sua fine la famiglia venisse abbandonata, cosa che poi si è puntualmente verificata”.   “Sono tra i firmatari della proposta di beatificazione - conclude Imposimato - è il minimo che si possa fare per il più   grande statista che l’Italia abbia avuto dalla nascita della   Repubblica. L’uomo che ha versato il sangue per il bene comune, aveva una grande fede in Dio ma anche il culto per i diritti inviolabili dell’uomo”.  

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