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Cosa cambia per la Casta: multe, trasparenza e commissioni gratis

Col decreto approvato dal governo giro di vite sugli amministratori locali: stangata per chi con "dolo o colpa grave" determina il dissesto dell'ente
di Giulio Bucchi domenica 7 ottobre 2012

3' di lettura

Dopo lo scandalo Regionopoli, soprattutto il caso "Batman" arriva la scure. Dimezzati i fondi ai gruppi consiliari, ma soprattutto diventano incandidabili i sindaci spreconi. Multa da 5 a 20 volte la retribuzione per gli amministratori che "con dolo o colpa grave" determinano il dissesto degli enti locali da loro gestiti, più trasparenza sui rimborsi ricevuti, vietato il cumulo di indennità derivanti dalla presidenza di commissioni varie. La vita di sindaci, presidenti, governatori, consiglieri comunali, provinciali e regionali diventerà più dura: lo promette il premier Mario Monti, presentando il decreto sui costi della politica approvato dal Consiglio dei ministri.  Più controllo - Il decreto interviene sul contenimento della spesa degli organi politici degli enti territoriali e sulla riduzione dell’apparato politico e introduce nuovi obblighi di trasparenza. I gruppi consiliari saranno obbligati a rendicontare e pubblicare tutti i dati relativi alle agevolazioni e ai contributi ricevuti. Gli amministratori pubblici (presidenti delle Regioni, presidenti del consiglio regionale, assessori e consiglieri regionali) dovranno adeguarsi al rispetto degli stessi standard di trasparenza introdotti dal governo per i propri membri, e cioè pubblicare sul sito internet dell’amministrazione di appartenenza i redditi e il patrimonio. I compensi dei consiglieri e degli assessori verranno regolati in modo che non eccedano complessivamente il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa (individuata dalla Conferenza Stato-Regioni entro il termine perentorio del 30 ottobre 2012). Niente cumulo - E’ vietato il cumulo di indennità o emolumenti, comprese le indennità di funzione o di presidenza, in commissioni o organi collegiali derivanti dalle cariche di presidente della Regione, presidente del consiglio regionale, di assessore o di consigliere regionale. La partecipazione alle commissioni permanenti è invece resa a titolo gratuito. Per gli altri organi collegiali il gettone di presenza non potrà essere superiore ai 30 euro. Viene confermata l’eliminazione dei vitalizi e l’obbligatoria applicazione del metodo contributivo per il calcolo della pensione. Nelle more, non potranno essere corrisposti trattamenti pensionistici o vitalizi in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale solo se i beneficiari abbiano compiuto 66 anni d’età e ricoperto la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni.  I sindaci che rischiano  Non sono pochi i sindaci o ex sindaci che hanno molto da temere dalle norma sull'incandidabilità di chi porta un comune al dissesto finanziario. C'è il caso del Comune di Alessandria dove il sindaco Pier Carlo Fabbio, Pdl, ha lasciato un buco da 100 milinini di euro a Rita Rossa del Pd che ha chiesto la procedura di dissesto. Tra gli sprechi più clamorosi: 12mila euro spesi per un tartufo da regalar e a Berlusconi e un milione e mezzo di fiori che consiglieri e assessori hanno comprato in Moldavia. Nella stessa situazione di Rossa c'è Pietro Vignali, Pdl, che ha lasciato a parla un buco da 600 milioni di euro. In Calabria rischiano il sindaco Demetrio Arena e il suo predecessore, ora presidente della Regione Giuseppe Scopellitti che ha lasciato un disavanzo da 160 milioni di euro, A Napoli De Magistris ha ereditato da Rosa Russo Iervolino (Pd)  dissesto da 2,9 miliardi di euro. a Palermo Diego Cammarata ha lasciato un buco da 1,4 miliardi di euro tra società partecipate e entrate non incassate 

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