Cose che neanche il Berlusconi più battagliero.... Sono quelle che, nel suo linguaggio forbito da professore bocconiano, il premier Mario Monti ha detto oggi a proposito dei sindacati. Parlando all'assemblea dell'Abi (l'Associazione delle banche) il prof ha apertamente accusato i sindacati dei guasti che si sono prodotti nel mondo del lavoro italiano: "Gli esercizi di concertazione del passato hanno generato i mali contro cui lottiamo oggi e per i quali i giovani non trovano lavoro". E ancora: "Le parti sociali devono restare parti, parti vitali e importanti ma non soggetti nei cui riguardi il potere pubblico applichi una sorta di outsourcing della responsabilità politica" in materia di economia. Tradotto: negli anni, i sindacati hanno debordato dal loro ruolo e la politica li ha usati come strumenti di offesa da mandare contro le controparti. Dove per "politica" vanno intesi i partiti della sinistra, dei quali la Cgil è considerata il braccio armato. Proprio a un ridimensionamento di questo ruolo "politico" dei sindacati si devono collegare le reazioni di Cgil, Cisl e Uil di fronte a misure come la riforma del lavoro, la questione esodati, la spending review. Nelle parole del prof: "non ci si deve sorprendere" delle reazioni delle parti sociali di fronte "ad una durezza dettata dall’emergenza", ma "bisogna capire che ci possono essere reazioni di non soddisfazione non solo e non tanto su singoli provvedimenti quanto in risposta di una riduzione oggettiva del loro ruolo nel sistema decisionale". Cioè: alla Camusso brucia perchè non ha mai contato tanto poco come in questi mesi. E poi, come si fa a dire che Monti non è di destra? "Non accetto lezioni di democrazia da chi è stato cooptato" ha replicato piccata la Camusso.