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Anche i fascisti vogliono Grillo:"Un'alleanza? E' possibile"

Fiore (Forza Nuova): "Sullo ius sanguinis ha le nostre posizioni". CasaPound: "Non avverseremmo un'intesa"
di Andrea Tempestini domenica 10 giugno 2012

2' di lettura

Vogliono fare i rivoluzionari e cavalcano il populismo. Plausibile, così, che due fazioni apparentemente lontane possano trovare punti di contatto. "Abbiamo avuto lo stesso professore, Giacinto Auriti, un autentico profeta che già dagli anni Novanta parlava di signoraggio". La firma in calce all'apertura al Movimento 5 Stelle è quella di Roberto Fiore, leader del neofascisti di Forza Nuova. "Beppe Grillo ora è il catalizzatore di un dissenso e lo è anche in virtù di alcuni suoi messaggi politici che condividiamo, come il ritorno alla moneta nazionale", spiega invece CasaPound, che mostra di avere in comune alcuni interessi e alcune priorità con il comico ligure.  "Alleati? Possibile" - Fiore, dopo le parole di elogio per Grillo, spiega dove stia la differenza tra un "rivoluzionario" (lui) e un "populista" (il comico). "Non possiamo sperare in lui come portavoce di un'istanza radicale, perché ci sono delle tematiche su cui non interviene, come il discorso sulle banche. Questo è quello che distingue un populista da un rivoluzionario, che è chi vuole cambiare la situazione e sa come cambiarla". In un contesto del genere, secondo Fiore, sarebbe possibile un'alleanza col Movimento 5 Stelle: "La risposta - spiega - è complessa. Non ci credo, ma non va esclusa la possibilità. Perché effettivamente Grillo non si è mischiato con il potere. Ad esempio se prendesse in modo più energetico la posizione sulla sovranità monetaria, potrebbe essere, perché su altri punti come lo 'ius sanguinis' ha espresso posizioni che sono esclusivamente nostre. Però la chiave è la sovranità monetaria e ho timore che lui, per qualche motivo, non si voglia esprimere su questo". "Non avverseremmo un'intesa" - Parole e musica di Roberto Fiore, ma sono concetti che vengono sposati in toto anche dalla più celebre rete neofascista italiana, quella di CasaPound. "Ad oggi non ci sono contatti, ma non avverseremmo un'alleanza che rappresentasse una formula nuova, se il programma fosse in molte parti combaciante", spiega Andrea Antonini, vicepresidente di CasaPound. Che aggiunge: "La politica degli steccati non è più tollerata dalla gente. Semmai - continua - mi lasciano perplesso alcuni discorsi di suoi amministratori sulla gestione della città, in cui sembra che tutto sia impostato su percorsi di partecipazione popolare civica, ma non è affatto chiaro il loro piano di sviluppo".

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