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Monti, ecco l'Agenda: patrimoniale e Ue come guida

Pubblicato il libercolo del totem dei centristi: in alcuni passaggi sembra scritto da Vendola. Per diminuire le tasse vuole introdurre quella sui grandi patrimoni...
di Andrea Tempestini domenica 30 dicembre 2012

Mario Monti

2' di lettura

  Dopo l'annuncio e una messianica attesa che si è protratta per quasi tutta l'anitivigilia di Natale, nella tarda serata di domenica 23 dicembre, ha fatto capolino online l'agenda Monti, annunciata dal Professore nella conferenza stampa della mattinata. Eccolo, il libercolo che contiene i diktat di Mario, i punti che dovranno essere seguiti e realizzati da chi lo vorrebbe ancora premier (anche se Monti non si candiderà: accetterà solo una nomina). A metà tra il libro verde di Gheddafi e un pamphlet di Giuliano Amato, consultando l'agenda Monti (subito ribattezzata "agenda in pelle di contribuente") si scoprono sinistre somiglianze tra il programma del Professore e quello di Nichi Vendola. E non soltanto per i brevi e vaghi accenni alla green economy e al ruolo delle donne nella società italiana. Leggi il testo integrale dell'agenda Monti La patrimoniale - Il passaggio incriminato arriva sotto la voce "tasse". Prima Monti scrive che "ridurre le tasse è possibile. Occorre un impegno a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante su lavoro e imprese". Ma come realizzare un progetto così nobile? Semplice. Con altre tasse. Anzi, con la più odiosa delle tasse: la patrimoniale. Lo dice chiaro e tondo il totem dei centristi: si potranno ridurre le tasse "trasferendo il carico corrispondente sui grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio". Eccolo il programma di Nichi Monti: patrimoniale e altre tasse per diminuire le tasse. Un nonsense. Al giogo dell'Europa - L'altro punto in forte evidenza dell'agenda Monti è quello che riguarda i rapporti tra Italia ed Europa. La sostanza? Dobbiamo accettare e rallegrarci del giogo a cui ci costringe il Vecchio Continente. "L'Italia - spiega il Professore - deve battersi per un'Europa più comunitaria e meno intergovernativa, più unita e non a più velocità, più democratica e meno distante dai cittadini". Insomma, un'Europa sempre più invasiva. E ancora, se non bastasse: "Un'Europa in cui non serva battere i pugni sul tavolo, ma credibilità. Una politica a cui chiedere politiche orientate nel senso di una maggiore attenzione alla crescita". Un Vecchio Continente, in estrema sintesi, che ci detti la linea. Gli altri punti - Nella sua agenda pubblicata online, Monti spiega che il primo punto del programma sarebbe la riforma della legge elettorale, da accompagnare "alla drastica riduzione dei finanziamenti pubblici ai partiti e dei rimborsi elettorali". Poi il Prof insiste sulla presenza delle donne nelle istituzioni, imprese e società, da ottenere anche con "una detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile". Poi viene invocata una "drastica semplificazione normativa" e "la riduzione a un anno al massimo del tempo medio del passaggio da un'occupazione all'altra". Si insiste anche sulla spending review, "solo all'inizio" e che "deve proseguire la riqualificazione della spesa corrente". Sulla scuola, "via a meccanismi di incentivazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, mentre in tema di giustizia "va introdotta una coerente disciplina del falso in bilancio e completata la normativa sull'anticorruzione, antiriciclaggio e autoriciclaggio".  

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