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Mario Monti replica dopo la polemica: "Da Tremonti alla Meloni, il Mes è figlio loro", dove si spinge il professore

Anche Mario Monti si sente in dovere di dire la sua: "Il richiamo ai fatti dovrebbe indurre a maggiore lucidità. Il Mes rappresenta l’evoluzione del Fondo europeo per la stabilità finanziaria (Fesf). Il Fesf prima e il Mes poi sono stati preparati e decisi a livello europeo nel 2010-2011 con l’Italia rappresentata da Silvio Berlusconi nel Consiglio europeo e da Giulio Tremonti nell’Ecofin ed Eurogruppo. Quel governo si reggeva sull’alleanza Pdl-Lega. Giorgia Meloni ne faceva parte come ministro per il Pdl, Matteo Salvini era europarlamentare della Lega". Questo l'incipit dell'articolo scritto dall'ex presidente del Consiglio sul Corriere della Sera dopo la polemica sul Meccanismo europeo di stabilità che ha visto protagonista l'opposizione e riportata in auge da Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di ieri, venerdì 10 aprile.

 

 

E ancora: "L’umiliante esperienza fatta dalla Grecia con la troika, creata con il Fesf, fu tra le ragioni che mi indussero – quando nel novembre 2011 venni chiamato al governo dopo la caduta di Berlusconi, abbandonato dalla Lega, e dovendo rispettare le condizioni draconiane imposte da Trichet e Draghi nella lettera del 5 agosto, accettate dal governo Berlusconi per non perdere il sostegno della Bce ai titoli italiani – ad escludere la richiesta di aiuti, che avrebbe comportato la calata della troika su Roma, e a chiedere al Parlamento di approvare una dura manovra". Per questo conclude Monti non sarà di certo lui a raccomandare a Conte di andare "sotto le forche caudine di meccanismi preparati in Europa da un governo Berlusconi-Lega, che poi passò ad altri l’onere di evitare il default dell’Italia".