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Giuseppe Conte, quanto fumo sulla Fase 2: guadagna tempo per non essere il capro espiatorio

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Le parole per Giuseppe Conte sono monete e le usa per comprare tempo. Lo scrive Il Giornale, che analizza l’ultima conferenza del premier sostenendo che sia stata fedele alla strategia che Palazzo Chigi sta portando avanti da quando è esplosa l’emergenza coronavirus: tra raccomandazioni, promesse, sorrisi e decreti, Conte da mesi resta a galla, spingendo la resa dei conti un po’ più in là.

Stavolta ancor più che nelle altre occasioni, il premier ha tenuto un discorso fumoso e intriso di retorica e non è riuscito a nascondere il fatto che al governo manchi completamente il coraggio di decidere, al punto da rimettere ogni scelta al comitato tecnico scientifico. In pratica del lavoro della task force di Colao non vi è traccia perché Conte non ha fatto altro che confermare il lockdown: altro che fase 2, dal 4 maggio ci sarà sì una riapertura graduale delle attività produttive, ma le libertà individuali continueranno a non esistere fino al 18 giugno.

Il premier ha provato a mascherare la gestione fallimentare e piena di incognite (il commento più diffuso sulla conferenza è che nessuno ci ha capito un accidenti) con un nuovo slogan: “Se ami l’Italia mantieni le distanze”. Però resta anche a casa, già che ci sei. Poi solo fumo e una scommessa: “Sbloccare il Paese”, nessun accenno al come, servirebbero idee chiare e un vero progetto per quello. In più Conte è terrorizzato dalla possibilità di diventare il capro espiatorio: “Non è colpa del governo, non è colpa dell’Europa, non è colpa dei giornali”. Sta pensando soprattutto a lui. “Il rischio per Conte - scrive il Giornale - è dover pagare per tutti. Comincia l’avventura. C’è un modo lì fuori che lo sta cercando”. 

 

 

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