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Roberto Speranza si sfoga: "Fa male l'interrogatorio, ho suggerito a Conte per settimane di chiudere"

venerdì 12 giugno 2020

2' di lettura

Quello di Giuseppe Conte non è solo un protagonismo intrinseco alla sua personalità. Tra Stati generali, dirette Facebook, interviste e apparizioni televisive il premier cerca di distrarre gli italiani dagli errori commessi dal governo in piena emergenza coronavirus. Non è una novità che l'esecutivo abbia agito con grosso ritardo nonostante i numerosi allarmi sulla pandemia provenienti dagli esperti e dai report cinesi. Lo stesso ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha tentato invano, ai tempi che furono, di consigliare il lockdown. E proprio per questo, a detta di Augusto Minzolini che ha raccolto lo sfogo di due deputati azzurri, Andrea Mandelli e Alessandro Colucci, il ministro è parecchio nervoso.

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Lui si sfoga, scrive il retroscenista sul Giornale: "La cosa che più mi fa male è essere chiamato davanti ad un Pm dopo tre mesi vissuti così. Per settimane ho predicato da solo la chiusura. Poi il 21 febbraio il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, mi chiese di ascoltare un primario dell'ospedale di Lodi che voleva assolutamente parlarmi". E ancora: "Lo abbiamo incontrato insieme. Ho trenta persone al giorno che arrivano al pronto soccorso ci ha raccontato allarmato - perché non riescono a respirare!. Io ho detto dobbiamo chiudere. Lorenzo mi chiedeva di pensarci su... le imprese... i sindaci della zona. Ma sono stato irremovibile sul Lodigiano... Passa qualche giorno e Salvini chiede di riaprire, Fontana è incerto, Sala comincia a fare la campagna su riprendiamoci Milano, Zingaretti mi invita all'aperitivo sui Navigli, proprio il posto dove è stato contagiato". Ma lo sfogo non si ferma qui, perché Speranza è su tutte le furie:"La Quartapelle mi scrive: Sarebbe bello averti lì. Ma io col cavolo che ci sono andato. Anzi, ho cominciato a fare un'opera di convincimento quotidiana su Conte predicando la chiusura... giorno dopo giorno". Opera che sembra non essere andata a segno fino a 17 giorni dopo, quando il premier prende la decisione di chiudere l'Italia. Ma per Bergamo è troppo tardi, la pandemia è inarrestabile.

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