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Massimo D'Alema, Minzolini: il consulente di Giuseppe Conte, ecco perché abbiamo un governo filo-cinese

mercoledì 23 dicembre 2020


2' di lettura

Nell'inner circle del premier Giuseppe Conte ci sono alcuni consiglieri speciali. Lontani dal giro dell'avvocato, ma che hanno grande esperienza politica. Uno con un ottimo pedigree per queste cose è Massimo D'Alema. Ex premier (primo esponente comunista a fare il presidente del Consiglio), ex segretario Pds e Ds e molto abile nelle manovre politiche. Come quella di far cadere il primo governo Berlusconi, staccando Umberto Bossi e Lamberto Dini e Rocco Buttiglione dal Cav. Con la stessa tattica, ricorda il Giornale, è anche salito a Palazzo Chigi facendo fuori l'allora premier e suo alleato, Romano Prodi. D'Alema è l'ideale, quindi, per cercare di strappare deputati all'opposizione e portarli nella maggioranza, un po' traballante, di Giuseppe Conte. Conte che ha bisogno di voti e quindi di deputati e senatori che possano sopperire alle minacce di alcuni alleati della maggioranza (vedi Italia viva) di farlo cadere.

Ma in Senato, dove il governo ha una maggioranza risicata, l'operazione è complicata. Il premier non può contare  su Romani e Quagliariello, che hanno già votato per lui, perché i due sono ora interessati al nuovo soggetto politico insieme con Mara Carfagna e che comunque  dovrebbe rimanere nel centrodestra. Ma che D'Alema abbia preso a cuore le sorti politiche di Conte, nessuno ha dubbi nel Palazzo: "Non ci sono alternative", ha sentenziato l'ex premier l'altro giorno sul governo Conte. Una compagine, tra l'altro, piena  di ex dalemiani: trequarti della corrente ministeriale viene da lì. Al Mef c'è il ministro Gualtieri e i suoi uomini. Un altro gruppo di dalemiani era candidato alla task force bocciata da Renzi e anche il ministro per le Politiche Ue, Amendola è un dalemiano di ferro.

Ma anche lo stesso ministro Boccia o il commissario Arcuri e il suo braccio destro Massimo Paolucci, vice commissario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere per il Covid. "C'è un legame tra il premier e Massimo", ammette Andrea Romano, altro dalemiano nel passato,  "è vero. Anche perché sul piano della strategia politica, Conte dove andrebbe da solo?". Antonio Bargone, altro personaggio della galassia dalemiana, racconta, "che ogni tanto gli chiedono consigli". E qualcun altro, dall'opposizione, fa notare il perché il governo abbia simpatia per la Cina. "Che questo governo", spiega racconta Valentino Valentini di Forza Italia, "sia filocinese non ci sono dubbi. E il rapporto con D'Alema fa capire perché Renzi faccia il pazzo". Lo ammette anche Matteo Renzi: "È vero", senza aggiungere altro. "Eccome se conta D'Alema in questo governo. Da Gualtieri ad Arcuri. E quello ha una memoria d'elefante: il suo intento sarà sempre quello di ammazzare Renzi", conclude Gennaro Migliore, renziano di ferro.

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