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Giuseppe Conte, il piano B: ministro degli Esteri se fallisce il "ter"

domenica 31 gennaio 2021

2' di lettura

Fiato sospeso per Giuseppe Conte, che mai come ora teme di essere fatto fuori dai giochi. Fiato sospeso, per il presunto avvocato del popolo, in attesa del termine dell'esplorazione di Roberto Fico, alla ricerca di una maggioranza che possa dare il là al Conte-ter. Ma il precedente della "caccia ai responsabili", per l'avvocato foggiano, pesa come un macigno: come ha fallito in quell'occasione, potrebbe fallire anche in questa. Eppure, come spiega il Corriere della Sera, "Conte non mostra una gran fretta di tornare a insegnare diritto privato a Firenze". Assolutamente no. Ammaliato dalla politica, vuole restarci dentro a tutti i costi.

E sempre il quotidiano di Via Solferino rilancia un'indiscrezione clamorosa, che trova altre conferme: "Voci di Palazzo Chigi assicurano che non gli dispiacerebbe traslocare alla Farnesina. Non che Conte punti a spodestare Di Maio. Ma se il risiko della crisi dovesse rimettere in gioco tutte le carte, il ministero degli Esteri gli garantirebbe quella visibilità di cui ha bisogno per costruire il suo progetto politico europeista e moderato". Insomma, nel caso in cui non partisse il suo "ter", Conte potrebbe essere dirottato al posto attualmente occupato da Luigi Di Maio, agli Esteri. Il tutto, ovviamente, in un governo che glielo possa consentire. Il tutto, altrettanto ovviamente, nell'ottica del lancio di un suo partito personale.

Infatti, prosegue il Corsera, "a consolarlo ci sono i sondaggi che l'inamovibile Rocco Casalino commissiona, compulsa, sottolinea e deposita sulla scrivania del presidente precario, vicino alle foto ricordo scattate dal fotografo ufficiale Filippo Attili. Una montagna di grafici e tabelle a cui si deve l'animo «molto sereno» che ministri e collaboratori attribuiscono all'avvocato". Dunque largo alle cifre: "Per l'Ipsos il gradimento di Conte è salito al 58 dopo il passo indietro, lui in cima alla top ten dei leader e Renzi in coda, al 10. Se si votasse oggi, un partito dell'avvocato del popolo sarebbe il primo del centrosinistra, oltre il 15%", conclude il Corsera.

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