Il caso

Andrea Romano, la replica vergognosa di Virginia Raggi: cosa "dimentica", in che mani è Roma

“Ciò che è accaduto alla famiglia di Andrea Romano e ad altre famiglie è ingiustificabile. Sono vicina a tutti loro”. Così Virginia Raggi ha commentato il dramma personale del deputato del Pd, che è stato costretto a parlarne in pubblico per provare a smuovere una situazione che non riguarda soltanto lui, ma anche tantissimi altri cittadini romani. La sindaca grillina si è però “dimenticata” di assumersi le sue responsabilità: “Posso solo immaginare lo strazio e il terribile dolore che stanno vivendo - ha dichiarato - ho convocato Ama che mi ha assicurato di stare lavorando a una soluzione”. 

 

“Bene la vicinanza - ha commentato Carlo Calenda, che si è candidato a sindaco di Roma proprio contro la grillina nella prossima tornata elettorale - ma la Raggi parla come se fosse il sindaco di Metropolis in visita a Roma. Nessuna assunzione di responsabilità. Mai”. Tra l’altro la replica di Ama ad Andrea Romano fa a dir poco ribrezzo, mancando di qualsiasi tipo di tatto: “Il giovane figlio della cui prematura scomparsa ha dato notizia il deputato è stato cremato il 15 marzo scorso”. Ma questo non cambia assolutamente la sostanza delle cose. 

 

“Oggi sono due mesi - aveva scritto Romano su Twitter - che mio figlio Dario non è più con la sua mamma, con i suoi fratelli, con me. Due mesi che non riusciamo a seppellirlo: Ama non dà tempi di sepoltura degni di una città civile. Anzi, non dà alcun tempo. La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande”, ha dichiarato rivolgendosi alla Raggi.