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Stefano Bonaccini, la critica a Mario Draghi: "Sanità gestita a Roma? Un clamoroso errore"

lunedì 31 maggio 2021

2' di lettura

Stefano Bonaccini si toglie qualche sassolino dalla scarpa. "Le riaperture graduali si stanno dimostrando una scelta giusta", ammette difendendo l'operto di Mario Draghi e governo. Il premier, citando il "rischio calcolato", diede un mese fa il via libera a un progressivo ritorno alla normalità. "Se non ci fossimo assunti questo rischio - precisa lo stesso Bonaccini sulle colonne de La Stampa - non guarderemmo con ottimismo ai mesi che abbiamo davanti, così come se avessimo aperto tutto e subito, come chiedeva Salvini, avremmo nuovamente riportato il Paese nei guai".

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Accantonati gli elogi, ecco che dal governatore dell'Emilia-Romagna arrivano le prime critiche sull'operato del presidente del Consiglio: "Le Regioni sono state attori importanti di questo rischio calcolato: i vaccini li stiamo somministrando noi e i protocolli per la ripartenza li abbiamo scritti noi, per fare due esempi. E le Regioni potranno essere un soggetto decisivo anche per investire bene le risorse europee". Per non parlare poi della Sanità: "Io continuo a pensare che un ospedale o un servizio di sanità pubblica di Bologna, Piacenza o Rimini gestito da Roma sarebbe un clamoroso errore".

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Ugualmente perplesso anche sulla deriva della sinistra. Da esponente del Partito democratico, Bonaccini non può fare a meno di riportare sulla retta via i democratici. "Cresce nel mondo occidentale il bisogno di ricomporre le fratture sociali - è il suo ragionamento che suona come un chiaro messaggio a Enrico Letta -. La globalizzazione non governata ha provocato divaricazioni crescenti. E la pandemia ha riaffermato il bisogno di una sanità pubblica che curi tanto il ricco quanto il povero e protegga così anche l'economia". In caso contrario la conseguenza è delle più scontate: "Se i ceti medio-bassi scivolano verso la povertà e quelli medi si riducono, o siamo in grado di ridistribuire con più equità le risorse oppure i cittadini si affidano alla destra sovranista che promette muri e chiusure a protezione".

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