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Walter Veltroni, incubo rosso: il suo sogno è il Quirinale. Finge disinteresse ma... come e perché può conquistarlo

Iuri Maria Prado

Per ogni sincero democratico, l'elezione di Walter Veltroni alla massima magistratura - la presidenza della Repubblica - dovrebbe rappresentare una cosa bella e importante. Si tratta di un uomo che non solo ha dedicato la propria vita al bene pubblico, da lui servito in modo ineccepibile e maturando esperienze notevolissime ai più alti livelli delle attività di partito e amministrative. Inoltre, Veltroni ha fatto tutto questo curando di evitare che quel curriculum di per sé invidiabile fosse la somma di freddi incarichi di potere, e ha dunque dimostrato di concepire l'azione politica nel quadro di una missione civile più ampia, fatta di fervore visionario ma anche di responsabilità fattiva, di sogno ma anche di realismo, di comprensione delle ragioni dell'altro ma anche di consapevolezza della necessità di una democrazia che decide, perché siccome l'odio è odioso bisogna odiare la democrazia dell'odio che se è odiosa non è democratica perché l'odio odia la democrazia che deve odiare chi la odia e poi ad Auschwitz è morta la civiltà (tiè).

 

 

Dopo il crollo delle ideologie, tipo la fine delle stagioni, e sulle macerie del secolo terribile che abbiamo alle spalle, tipo tenere presente il nostro passato per evitare che torni a essere il nostro futuro, perché lo Stato siamo noi e l'Italia è bbella con due b ma noi non bastiamo e non ci bastiamo e dobbiamo tutti combattere per un mondo di pasce e che ca*** ne so, ecco, forse nessuno quanto Walter Veltroni ha saputo prospettare in chiave moderna e genuinamente progressista l'esigenza che prevalgano le ragioni di una cultura purtroppo ancora poco frequentata: una cultura plurale e inclusiva, che si nutra del meglio delle molteplici tradizioni riformiste e rinunci alla pretesa di annientare il nemico, perché il nemico è dentro di noi e perché come diceva JFK tutti amiamo le nostre prozìe e siamo tutti mortali.

 

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E infine: la miglior prova che sarebbe Walter Veltroni, se non il migliore, almeno un eccellente presidente della Repubblica, sta nel fatto che lui nemmeno remotamente coltiva questa ambizione.