Il centrodestra, da queste amministrative e con l'eccezione della Calabria, ne esce sconfitto. I dubbi stanno a zero. Gli errori sono stati parecchi. Eppure, Roma potrebbe non essere persa. È questo il succo del ragionamento di Paolo Mieli, che ha detto la sua nel corso della Maratona Mentana in onda su La7.
L'ex direttore del Corriere della Sera, nella sua analisi, parte dagli errori fatti dalla coalizione: "Roma è interessante solo per chi prende il secondo posto. Raggi e Gualtieri sembravano pari, ma ora Gualtieri è in testa. Per il resto, Roma compresa, i dati di queste elezioni sono che il centrodestra non ha tenuto conto del prima e del dopo-pandemia, per loro è come se non ci fosse stata. Si sono ripresentati dopo la pandemia con migranti, campagne sicuritarie. Ho l'impressione che chi ha avuto la vita sconvolta dalla pandemia ha cambiato opinione su tutto questo, sente molto meno il problema", sottolinea.
Dunque, rincara la dose: "Mi è sembrata una grandissima trovata accompagnare tutto ciò con campagne contro mascherine e vaccini, ovvero andare a interloquire con un popolo anche intelligente e rappresentato anche da esponenti di sinistra, ma ultra-minoritario. Hanno fatto un errore di valutazione", aggiunge con amara ironia. E ancora: "In più, andando al voto, Silvio Berlusconi ha detto: i nostri candidati fanno schifo. Per questo, considerato tutto quel che è successo, per il centrodestra il risultato non è così negativo", sottolinea.
Ma come detto, secondo Paolo Mieli non è ancora finita. Il centrodestra potrebbe infatti spuntarla al ballottaggio, dove se la vedranno Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti: "Roma sarà ancora una città contendibile. Attenzione, nell'euforia del centrosinistra, a non dare per scontato che gli elettori di Carlo Calenda e di Virginia Raggi appoggino la sinistra. E aggiungo che non conterà nulla una loro eventuale indicazione di voto, ognuno voterà per chi gli pare. E penso che sarà sorprendente", conclude un Paolo Mieli un pizzico profetico.