Altissima tensione

Giorgia Meloni, la mossa finale: "Qui salta tutto". La "bomba" sulla Lombardia

Tira ancora aria di tempesta nel centrodestra. La sfida lanciata da Giorgia Meloni alla convention di Milano è molto chiara e diretta. La leader di Fratelli d'Italia non ha usato giri di parole e ha affermato: "FdI potrebbe andare da sola nei collegi uninominali nelle elezioni politiche del 2023 e intanto alle comunali di giugno se gli alleati continuano nei loro veti abbiamo ottimi candidati di partito che possiamo presentare per i fatti nostri in varie città". Una presa di posizone durissima che non è certo passata inosservata, come riporta ilMessaggero, dalle parti di Forza Italia e Carroccio. I leghisti e gli azzurri hanno subito tuonato: "Questa è una doppia minaccia". Ma la vera partita si giocherà sul fronte delle Regionali. Da un lato Forza Italia e Lega che osteggiano la ricandidatura di Nello Musumeci in Sicilia, dall'altro lato la Meloni che vuole a tutti i costi un nuovo incarico per il governatore uscente. La partita siciliana, badate bene, potrebbe avere ripercussioni su tutti gli assetti del centrodestra. La bomba innescata potrebbe esplodere definitivamente in Lombardia.

 

 

La vendetta della Meloni potrebbe consumarsi, sempre come riporta ilMessaggero, con la resa dei conti sotto la Madonnina, con un mancato appoggio alla ricandidatura di Attilio Fontana, governatore uscente del Carroccio. Segni di distensione e di un'apertura verso un accordo arrivano però da Palermo. Il capoluogo siciliano va verso le Comunali e al centro della contesa c'è la poltrona di palazzo delle Aquile. Fratelli d'Italia ha scelto di ritirare la condidatura di Carolina Varchi. A questo punto il centrodestra compatto dovrebbe convergere sul nome di un unico candidato: Roberto Lagalla.

 

La contropartita è molto chiara. La cessione di Palermo al centrodestra unito con Lagalla include la richiesta esplicita da parte della Meloni di una colazione compatta a sostegno di Musumeci per la rielezione. Un passaggio decisivo per la tenuta di tutta la coalizione che dovrà serrare i ranghi in vista del palcoscenico più importante: le politiche ormai alle porte. In caso di voto anticipato in autunno il centrodestra non può permettersi il lusso di arrivare spaccato. Sarebbe un disastro per un'area politica che, ricordiamolo, è in testa a tutti i sondaggi.