Scintille

Mario Draghi, l'audio rubato: con quali parole reagisce alle accuse del grillino

"Ma che dice?". Mario Draghi ascolta sconcertato il durissimo intervento di Emanuele Dessì in aula al Senato. L'ex brillino, oggi nel Partito comunista e nel gruppo Cal, se la prende direttamente con il premier, parlando di "dossieraggio vergognoso" sui presunti filo-putiniani d'Italia. Draghi agita le mani, si gira verso i ministri, chiede se ha capito bene.

 

 


Il clima in aula a Palazzo Madama diventa incandescente. Dessì usa espressioni quasi umilianti, tanto da costringere la presidente del Senato Elisabetta Casellati a richiamarlo all'ordine. "Ci sono solo i soldi nei suoi occhi, se lei fosse un tatuato, un giovane ragazzo, avrebbe zio Paperone da una parte e il deposito dall’altro", è l'immagine fumettara usata da Dessì per etichettare l'ex presidente della Bce.

 

 

"C’è la volontà palese del governo di umiliare e mortificare il nostro gruppo e ciò che rappresentiamo, il dissenso - prosegue l'ex grillino diventato comunista e re dei complottari -. Prima -c’è stato il vergognoso dossieraggio del Corriere della Sera con la complicità del Copasir e del governo su una serie di intellettuali e di menti libere del nostro Paese. L’azione di tacitazione del dissenso è continuata - prosegue Dessì - con un emendamento alla riforma del CSM che prevede tra le altre cose l’impossibilità per i propri membri di partecipare alle elezioni politiche qualora non si fossero dimessi con almeno 2 anni di anticipo: un emendamento cucito per mortificare, umiliare e impedire a Nino Di Matteo di partecipare qualora volesse alle prossime elezioni politiche".

 

 

 

"Oggi poi alla Camera dei Deputati - prosegue Dessì - viene cucito a misura dei micro-partiti di maggioranza (Calenda con Europa più, Italia Viva, Noi Non Cambiamo e altri) un provvedimento che permetterà a loro che non esistono nel Paese di poter partecipare alle prossime elezioni senza dover raccogliere firme. Da questa possibilità vengono esclusi il nostro gruppo e i partiti di opposizione che dovranno invece raccogliere le firme: per noi non sarà assolutamente un problema farlo, lo faremo con onore e nel rispetto delle regole e soprattutto dei cittadini che ci sostengono. Ma vorremmo che questa legge, se vale per noi, valesse per tutti".