La rivolta in Parlamento

Giusy Versace lascia Forza Italia: "Ne prendo atto", parole di fuoco contro Berlusconi

Se ne va anche Giusy Versace. La deputata di Forza Italia conferma le indiscrezioni delle ultime ore e lascia il partito di Silvio Berlusconi sbattendo la porta. "Sono amareggiata e delusa, prendo atto della incompatibilità di valori". La 45enne ex atleta paralimpica, entrata in Parlamento nel 2018, si schiera con i ministri Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, che avevano detto addio al Cav subito dopo le dimissioni di Mario Draghi indotte (anche) dalle pesanti critiche di Forza Italia, insieme a quelle di Lega e Movimento 5 Stelle. Non a caso, sottolinea la Versace polemicamente, "il lavoro dei ministri di Forza Italia meritava più rispetto".

In mattinata era arrivato l'addio anche di un'altra deputata forzista, Annalisa Baroni, che si è aggiunta alle defezioni, tra gli altri, del senatore Andrea Cangini (già confluito in Azione di Carlo Calenda) e del deputato Roberto Caon. Ma la truppa dei delusi forzisti in Parlamento, ancora schierati al fianco di Draghi, è più ampia. E tra questi potrebbe esserci anche l'altra ministra azzurra Mara Carfagna, in passato critica con la linea filo-leghista intrapresa, a suo dire, dai vertici del partito ma che fin qui è rimasta piuttosto abbottonata. 

"Confesso di aver vissuto questi giorni con dispiacere e disagio personale - ha spiegato la Versace -. Quando il presidente Mattarella, un anno e mezzo fa, ci chiamò tutti ad una condotta di responsabilità verso il Paese, votai convintamente la fiducia a Draghi, orgogliosa del fatto che proprio il presidente Berlusconi si fosse speso tanto perché fosse lui a guidarci. Da inguaribile ottimista ho creduto che quel senso di responsabilità, spesso evocato anche da Berlusconi, avrebbe prevalso. Abbiamo perso l'opportunità di differenziarci ancora una volta come forza responsabile". "Era nostro dovere - avverte la deputata - garantire stabilità al Paese e continuità a questo governo che ben stava lavorando, portando al termine naturale la legislatura, fra qualche mese, con altruismo e coerenza. È stata, invece, fatta una scelta diversa che non comprendo, né condivido e che fatico a giustificare perché ha messo l'Italia in ulteriore difficoltà, innescando un'altra crisi che si poteva evitare". "Al mio dispiacere -sottolinea ancora - si aggiunge l'amarezza di vedere isolati e non coinvolti, in questa fase delicata, i nostri ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna. Il loro lavoro, riconosciuto e apprezzato non solo da me, meritava più rispetto a prescindere dalle scelte personali maturate, certamente, con non poca sofferenza. Sono stati usati toni e termini che non mi rappresentano, lanciati immotivati e gratuiti attacchi personali, anche sull'aspetto fisico, che sono la negazione dei principi in cui credo e che ho creduto fossero il fondamento anche per FI".