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Davide Crippa lascia il M5s: "Dopo 14 anni, cosa siamo diventati"

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"Dopo ormai 14 anni di attivismo politico mi vedo costretto a lasciare il M5s". Davide Crippa annuncia l'addio al Movimento: non una rottura qualunque, visto che ricopre l'incarico di capogruppo alla Camera. "Si tratta per me di un gesto molto sofferto e meditato a lungo". "Non ho mai nascosto la mia divergenza di opinione con i vertici del movimento sulla gestione del mancato voto di fiducia al governo, che di fatto - osserva - ha aperto una crisi poi cavalcata dal centrodestra per scopi elettorali". Crippa, che rumors indicano vicino a una candidatura con il Pd (sarebbe stato invece tagliato fuori dal Movimento in base al tetto dei 2 mandati), ripercorre i 14 anni di attivismo nel Movimento 5 stelle. "Il M5s - sottolinea - si è  evoluto tantissimo negli anni, si è trasformato in movimento politico, ha scelto di diventare un partito capace di assumere su di sé la responsabilità di governo". E così "è riuscito ad introdurre riforme epocali (come il reddito di cittadinanza e il taglio dei Parlamentari) e ha introdotto nell'agenda politica il tema dei temi: la transizione ecologica, radicata ormai nelle agende europee. Il M5s è andato oltre, ha guardato avanti scegliendo di rinunciare ad una parte della propria autonoma linea politica per costruire il famoso campo largo riformista e progressista, investendo risorse, consenso e fatica per dare un contributo fattivo a questo importante progetto nel quale in tanti abbiamo creduto", ricorda Crippa.

"Oggi il M5s - è l'accusa di Crippa alla linea di Giuseppe Conte - dopo aver fatto cadere il governo che aveva contributo a formare, dopo aver fatto venir meno quel progetto del campo progressista inaugurato, tra l'altro, in occasione delle elezioni amministrative di poco più di un mese fa, volge repentinamente lo sguardo indietro, recuperando un'idea di politica estremista e barricadiera, dimenticando il lavoro che tutti hanno svolto e che siamo stati chiamati a portare avanti per sostenere l'azione di ben 3 governi con differenti apporti da parte delle forze politiche presenti in parlamento". 


"Ho lavorato fino all'ultimo momento utile per evitare quanto accaduto, ma i vertici hanno scelto la strada della rottura su tutti i fronti, anteponendo interessi particolari a quello generale del Paese, attraversato da una crisi senza precedenti, che va ad aggravarsi di giorno in giorno. Non comprendo più il progetto politico del M5s, troppo instabile, troppo volubile e spesso contraddittorio, che ha fatto perdere di vista l'orizzonte comune che aveva unito il Movimento in molti anni di battaglie e di impegno politico".

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