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Milano, "bomba elettorale": il mistero che sconvolge l'Italia

di Daniela Brucalossi domenica 11 settembre 2022

3' di lettura

Fiamme alte un metro, fumo, boati simili all'esplosione di un petardo e un biglietto con una scritta in arabo che pareva recitare: «Scatta tra tre minuti». Così è cominciato ieri mattina nel centro di Milano quello che sembrava un allarme bomba ma che, dopo una giornata di paura e indagini, si è rivelato essere il banale errore di un rider. Erano le 8.40 quando in via Larga, a pochi passi dal Duomo, un automobilista ha notato un uomo in bicicletta che lasciava cadere sul ciglio della strada un oggetto non identificato. Non è sfuggito all'attenzione del passante anche un pacco sospetto, abbandonato a pochi metri di distanza sul marciapiede. Pochi secondi dopo sono divampate le fiamme davanti alle vetrine dell'agenzia navale Moby Tirrenia, in corrispondenza del civico 26, dove ha sede anche il Consolato libanese. A un centinaio di metri di distanza la sede di Assolombarda, dove in mattinata era prevista una tappa del tour elettorale del segretario del Pd Letta. Le forze dell'ordine e i vigili del fuoco, allertati dall'automobilista, sono accorsi sul posto pochi minuti dopo ma l'incendio si era già consumato. Sul ciglio della strada, dove per circa tre minuti erano divampate le fiamme, erano sparse delle batterie bruciate e annerite. A pochi metri di distanza, un pacco avvolto con del nastro marrone e sopra un biglietto con quella scritta in lingua araba: «Si scarica tra tre minuti» (era questa la corretta traduzione) e un numero di telefono.

ORE DI PAURA
A fianco della scatola sospetta, gettate per terra, due matasse di cavi elettrici. A quel punto la polizia ha subito messo in sicurezza la zona. Sul posto è stata chiamata d'urgenza l'Unità Artificieri della polizia di Stato, che, intorno alle 11.30, ha generato una micro esplosione controllata che ha fatto brillare il pacco senza però distruggerne il contenuto. All'interno della scatola la scoperta di un mucchio di pile legate tra di loro, disposte per formare quello che sembrava un ordigno artigianale incendiario. «Si presuppone che le pile, essendo collegate tra di loro, potessero surriscaldarsi», ha dichiarato la Polizia di Stato poche ore dopo l'accaduto. Inoltre, essendo state le batterie rinvenute sul marciapiede della stessa tipologia di quelle bruciate sul ciglio della strada, l'ipotesi è che si trattasse di due ordigni incendiari.

Le indagini sul caso sono subito state affidate agli investigatori dell'Antiterrorismo della Digos. Inizialmente i sospetti si sono concentrati sulla matrice anarchica. Le batterie bruciate per terra e contenute nel pacco, infatti, erano di una tipologia molto comune, reperibile facilmente: un modus operandi già utilizzato in passato da diversi gruppi anarchici informali. Nel corso del pomeriggio di ieri è emerso, inoltre, un possibile collegamento con il tema dell'immigrazione. L'incendio e il ritrovamento del pacco, infatti, si sono svolti di fronte alla sede legale dell'agenzia Moby Tirrenia, compagnia che nel maggio 2020 aveva messo a disposizione le proprie navi per la quarantena da Coronavirus dei migranti sbarcati a Lampedusa. Dopo ore di paura, tuttavia, l'ipotesi di attentato terroristico si è sgonfiata, lasciando spazio a una realtà molto più banale. Gli inquirenti sono riusciti a rintracciare l'utente del numero di telefono scritto sul biglietto misterioso.

Si trattava di un corriere di origini egiziane che avrebbe inavvertitamente fatto cadere per strada uno dei due pacchi pieni di pile che stava trasportando in bicicletta durante il suo turno di lavoro, e al cui interno c'era un temporizzatore, scambiato per sbaglio per il timer di una bomba. Il pacco, però, ha improvvisamente preso fuoco e l'uomo spaventato è scappato via, abbandonando anche l'altro pacco di fronte alla vetrina Moby. Un insieme di sfortunate coincidenze unite a un banale errore di traduzione: sul misterioso biglietto, infatti, c'era scritto «Si scarica tra tre minuti» e non «Scatta tra tre minuti». Una dicitura che si riferiva presumibilmente a una consegna da effettuare e non all'esplosione di un ordigno. Insomma, tanto rumore per nulla.

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