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Debora Serracchiani, voci in Transatlantico: primo disastro Schlein?

E se alla fine Debora Serracchiani salvasse il posto da capogruppo alla Camera? Sembrava impossibile, fino a poche ore fa. Era una delle facce del vecchio Pd, che Elly Schlein aveva promesso di far cadere una volta vinte le primarie. Tanto più che il suo mandato, così come quello di Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato, era legato a doppio filo alla segreteria del dimissionario Enrico Letta. Tutto pronto per la sua sostituzione, dunque. Ma c'è un problema: la Schlein, che deve ancora maturare lo status e l'autorevolezza del "leader" solo al comando, sembrerebbe già entrata in conflitto con quei capicorrente che tanto l'hanno aiutata durante la campagna elettorale per le primarie, da Dario Franceschini a Peppe Provenzano, passando per Andrea Orlando e Francesco Boccia

 

 



Secondo un retroscena di Alberto Maggi per Affaritaliani.it, la neo-segretaria sarebbe entrata al Nazareno sbaragliando il campo al grido di "ho vinto io, comando e decido tutto io". Un elefante in cristalleria. Franceschini & co avevano sì accettato di fare un passo indietro, ma con l'obiettivo semi-dichiarato di continuare a comandare dietro le quinte, mandando avanti la Schlein come "nuova" frontwoman e poco più. Si parla già di una certa tensione tra la segretaria e l'apparato che l'ha sostenuta. 

 

 



Da qui, la necessità di non creare ulteriori fratture perlomeno con il rivale Stefano Bonaccini e i big che si erano schierati con lui, tra cui appunto la Serracchiani. Ecco perché la ex governatrice del Friuli Venezia Giulia potrebbe restare al suo posto, mentre sulla Malpezzi sarebbe confermata la sostituzione proprio con Boccia o con Antonio Misiani, scrive Maggi. "Ma decide lei. Punto. Come e quando vuole". Si tratta di capire fino a quando reggerà il giochino.