C'è Natalia Aspesi che su Repubblica si chiede, dopo un anno di governo di centrodestra, perché Giorgia Meloni non si sposa. C'è Maurizio Crosetti, suo esimio collega sulle colonne del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, che sui social riflette amaro: «Dopo la tangente sui disperati ci sono soltanto le leggi razziali. I nostri nonni purtroppo non finirono il lavoro, con i fasci». Marco Belpoliti, descrive il "linguaggio del corpo di una mamma al comando".
Sulla Stampa, giornale-cugino guidato da Massimo Giannini, si inventano il "gelido comunicato" di Palazzo Chigi per la morte di Napolitano come ultima perla di una campagna stampa anti-governativa tra il grottesco e il surreale.
Alla fine, si domanda Daniele Capezzone su Libero, viene il dubbio: ma che ci stanno a fare tutte queste firme avvelenate nelle loro comode abitazioni sparse tra Roma Centro, Parioli, Milano Zona 1 o nelle ville per le ferie da Capalbio a Cortina d'Ampezzo invece di imbracciare le armi e salire sui monti, per opporsi al ritorno del fascismo?
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