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Giuseppe Conte punta su Landini: il sindacalista a capo dell'ammucchiata

di Pietro Senaldi mercoledì 29 novembre 2023

3' di lettura

Mentre Paola Belloni, la fidanzata di Elly Schlein sostiene di apprezzare l’uomo decostruito - glielo avrà suggerito l’armocromista di coppia?-, Giuseppe Conte ha trovato il suo maschio alpha. Si tratta di Maurizio Landini. «Deciderà lui cosa fare in futuro», ha risposto l’ex premier a chi gli chiedeva se il capo della Cgil potesse diventare il federatore del centrosinistra, «anche se lui ha sempre ribadito che il suo ruolo è tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori». Test a risposta multipla: qual è il senso di queste parole? 1) L’avvocato del popolo non sapeva cosa rispondere e ha detto la prima cosa che gli è venuta in mente che non producesse sconquassi. 2) Vuole offrirgli M5S come base di partito per evitare che Landini se ne faccia uno. 3) Intende davvero mandarlo avanti, perché così è più facile affibbiargli una pedata nel sedere. 4) Sa che i quadri e molti iscritti del sindacato rosso ormai sono più vicini ai grillini che al Pd e marca il territorio perché conta sul popolo di Landini per sorpassare i dem alle Europee, magari confidando, tra una blandizie e l’altra, nell’aiuto semi-esplicito del sindacalista reggiano. 5) Si è finalmente convertito al campo largo di Elly, l’unità delle sinistre, ma non può fare di botto un’inversione di rotta e quindi procede a sterzate.

Ah, saperlo... se in realtà non lo sa neppure l’interessato. Quel che invece nessuno ignora è che il leader grillino punta a scavalcare a sinistra i dem. Finché c’era Enrico Letta e gli avversari di Conte nella corsa all’estremismo erano Bonelli, Fratoianni e Soumahoro, era tutto più facile. Con la Schlein però la concorrenza in quel campo si è fatta tosta. Diritti civili, salario minimo, immigrazione, transizione verde a qualsiasi costo: M5S e Pd sembrano sempre più due fotocopie, specie da quando più della metà della dirigenza dem non nasconde il desiderio di defenestrare la segretaria. L’ex premier vuol essere ben posizionato se il golpe avverrà e l’ancoraggio a Landini gli consente di godersi lo spettacolo dal palco d’onore. Il capo della Cgil ha mangiato la foglia e si lascia omaggiare, ma non ricambia le esternazioni amorose. Sa di essere l’ago della bilancia tra Pd e M5S e che entrambi i partiti candiderebbero volentieri alle Europee qualche suo sindacalista. E poi, se vuol essere il federatore, ipotesi che accarezza, non può pendere troppo su un contendente. L’uomo che non riesce a organizzare uno sciopero generale che funzioni come nuovo collante della sinistra, un Romano Prodi in versione rossoprofondo.0, ma che in realtà sarebbe l’opposto del leader ulivista, che era uno ascoltato in Italia e all’estero, non un tribuno da palco del Primo maggio...

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Sarebbe un tuffo indietro non di vent’anni ma di trentacinque, prima della caduta del Muro di Berlino. Avremmo una sinistra alla Tsipras, qualcosa da Terzo Mondo: proletarizzazione della società, isolamento internazionale - quanto meno in Occidente -, commissariamento dell’Europa in seguito a debito pubblico siderale, bonus anche per andare al cinema, ma solo se ci vai avvolto da una bandiera arcobaleno, calci in faccia agli industriali. Fortuna che l’incubo si materializzerà tra quattro anni, perché alle Europee si va con il proporzionale e allora il corteggiamento a Landini, che non scenderà in campo perché non è un fesso, è solo una sfida tra due leader che non sanno fare altro che rubarsi le idee per mettere l’uno il naso davanti all’altra nelle urne. In ogni caso, ogni discorso è rimandato a dopo le Europee, da interpretarsi come una sorta di Primarie del centrosinistra, alle quali partecipano anche Renzi e Calenda, ancora non è chiaro con quale formazione. Se il Pd andrà male, i progressisti cacceranno la Schlein e cercheranno l’ennesima ammuina. Se il Pd andrà bene, Conte non accetterà mai la Schlein come capo e i dem dovranno trovare federatore gradito a tutti. Landini? Possibile, ma al prezzo di un esodo biblico dal partito, cosa che in realtà potrebbe non essere sgradita alla segretaria. A meno che non candidino Prodi per la terza volta; fa ridere, ma è la cosa più seria che potrebbero fare.

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