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Vincenzo De Luca, Dusy Marcolin: "Stavolta le scuse non bastano"

sabato 17 febbraio 2024

2' di lettura

Questa volta Vincenzo De Luca rischia grosso, stavolta "le scuse non bastano". Il governatore campano del Pd, dopo aver dato della "str***za" alla premier Giorgia Meloni, ha raccolto una pioggia di critiche da tutte le parti politiche (eccezion fatta per lo stesso Pd, i 5 Stelle e Verdi-sinistra, ovviamente) e dalle istituzioni che lui stesso, sulla carta e sceneggiate a parte, dovrebbe rappresentare.

"Un reale confronto politico non deve mai travalicare gli elementari principi di correttezza istituzionale che sono alla base del nostro ordinamento", scrive il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, esponente di Fratelli d'Italia, in una lettera indirizzata al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, d'inserire all'ordine del giorno, della prossima riunione della Conferenza delle Regioni, un punto specifico per censurare il comportamento del governatore campano. 

Marsilio ha scritto a Fedriga anche a nome dei suoi colleghi Vito Bardi, Roberto Occhiuto, Francesco Rocca, Giovanni Toti, Attilio Fontana, Francesco Roberti, Alberto Cirio, Christian Solinas, Renato Schifani, Donatella Tesei, Luca Zaia e Maurizio Fugatti.

La reprimenda a De Luca arriva anche da un'altra sede. "Il comportamento del presidente della Regione Campania è gravissimo e inqualificabile al punto che non può passare inosservato o venire sminuito per nessuna considerazione personale al mondo", evidenzia in una nota Dusy Marcolin, presidente della commissione pari opportunità del Friuli Venezia Giulia e coordinatrice della Conferenza delle presidenti regionali delle commissioni per le pari opportunità, sottolineando che "se le proteste possono essere comprese, l'atteggiamento assunto e le parole offensive rivolte verso la presidente del Consiglio sono volute e ingiustificabili".

Al tempo stesso, "spiace constatare - aggiunge Marcolin - un imbarazzante silenzio da parte di tanti che a parole si scagliano contro i linguaggi offensivi e violenti e oggi tacciono o si voltano dall'altra parte. Noi, ed è bene ribadirlo, prendiamo posizione oggi ma lo abbiamo fatto anche quando le parti erano inverse". E Marcolin dice di non poter "tacere o voltarmi dall'altra parte ma, al contrario, è mio dovere chiedere che a questi atteggiamenti si risponda nelle sedi opportune perché è decisamente intollerabile e, soprattutto, sfiancante lavorare quotidianamente per combattere qualsiasi genere di violenza, salvo ritrovarsi poi a combattere con esempi di questo livello. Stavolta - conclude - non saranno sufficienti le scuse, se mai arriveranno, ma chiediamo un deciso cambio di passo. Questo atteggiamento va catalogato come inammissibile violenza verbale".

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